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RICARDO Izecson Santos Leite, calcisticamente Kakà, due piedi e un sorriso che hanno incantato il Brasile.

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Il nuovo fenomeno del calcio brasiliano, atteso tra domani e domenica a Milano per firmare per la sua nuova squadra, il Milan, proviene invece da una famiglia benestante: suo padre è un ingegnere di Brasilia trasferitosi a San Paolo per motivi di lavoro. Il suo non è quindi un passato di stenti e ciò nonostante vi ha sempre avuto, e lo ha tuttora, largo spazio la religione. Kakà, 21 anni compiuti a maggio, è testimonial di una setta protestante evangelica, alla quale ha sempre devoluto una piccola parte dei suoi guadagni e per la quale ha perfino fatto il predicatore, prima e dopo aver vinto il titolo mondiale a Yokohama. E quella missione, il ragazzo di Brasilia la sente anche in campo: sugli scarpini fa sempre tracciare la scritta: Deus è fiel, Dio è fedele. Kakà è trequartista e anche attaccante; secondo Ancelotti però è il nuovo Cerezo, e forse è solo un omaggio al vecchio compagno di squadra romanista dell'attuale tecnico Milan. Kakà ha cominciato a giocare nelle file del Sao Paulo quando aveva solo 8 anni; a 18 ha firmato il suo primo contratto da professionista per un compenso pari a 500 euro al mese. Per lui fino all'inizio dell'anno il Sao Paulo chiedeva 30 milioni di dollari, ora il Milan l'ha preso per un terzo. Il primo club italiano che si interessò al ragazzo di Brasilia dal sorriso irresistibile fu il Brescia. Al tempo del ritiro mondiale si parlò invece di un interessamento della Lazio e il giocatore si disse lusingato. Fu meno contento quando non riuscì ad entrare in campo nei minuti di recupero della finale mondiale contro la Germania perchè Collina fischiò la fine prima che mettesse piede in campo, ma si consolò subito inginocchiandosi e pregando, e convincendo con il suo esempio i compagni a fare altrettanto Come uomo-propaganda si è dato una regola ferrea: niente pubblicità ad alcolici, ma solo al guaranà Antartica, bibita nazionale che è anche sponsor della Selecao.

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