VIRTUS BOLOGNA
Ora si indaga sui titoli di ricapitalizzazione
Lo rende noto un comunicato congiunto Virtus-Gruppo Sabatini, in cui si afferma che «l'obiettivo della trattativa è destinare importanti risorse ad un piano di rilancio che preveda di disputare il campionato di serie A e l' Eurolega 2003-04». I dettagli dell'accordo e gli obiettivi futuri della società saranno presentati nei prossimi giorni in una conferenza stampa. Il 7 agosto il gruppo che fa capo a Sabatini, che nei mesi scorsi aveva avviato una trattativa per l' acquisto della Virtus, aveva reso noto di aver versato alla Carisbo di Bologna tre milioni di euro a titolo di deposito per la rinascita della squadra non ammessa al campionato. Una copia del versamento era stata consegnata al sindaco Giorgio Guazzaloca. Intanto oggi, in una conferenza stampa nella sede bolognese di Emil Banca, usciranno allo scoperto i promotori del progetto «Virtus 1934», cordata di imprenditori coordinati dal giornalista e direttore di Rai Sport Paolo Francia, che hanno già chiesto l'affiliazione della squadra alla Federbasket. Il gruppo sarebbe composto da una decina di «supertifosi» disposti ad investire 300.000 euro a testa, per avere un capitale di tre milioni con il quale ripartire se la radiazione della Virtus dovesse essere confermata. Restano però i problemi. Gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma dovranno verificare, su mandato della Procura di Bologna, la consistenza dei titoli inglesi utilizzati da Sport Impresa, la società di Marco Madrigali, diventata a luglio proprietaria della Virtus attraverso una ricapitalizzazione. I titoli, «zero coupon bond» sono alla base della ricapitalizzazione della società che era obbligata a farsi carico dei buchi di bilancio della Virtus, quasi 5 milioni di euro. Una «copertura» che fu possibile proprio grazie alla ricapitalizzazione della Sport Impresa, ottenuta grazie al conferimento dei titoli. Tra i titoli presentati dalla società di Marco Madrigali per l'aumento di capitale, ci sono anche «bond» di sigle come la Union Morris e la Barforth, le stesse sigle che compaiono nelle operazioni finanziarie delle società riconducibili all'uomo d'affari napoletano Amedeo Santoro, indagato nell'ambito dell' inchiesta sulle fideiussioni fantasma delle squadre di calcio. Ad attirare l' attenzione degli investigatori infatti, non solo il fatto che la fidejussione (non ritenuta valida dalla Fip) della Virtus fu concessa dalla Omnia (altra società riconducibile a Santoro), ma la corrispondenza di titoli nelle operazioni finanziarie delle società calcistiche e di quella della società di pallacanetro bolognese.