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SOLIDARIETÀ DELLA NORD AI CONDANNATI PER GLI INCIDENTI ALLA STAZIONE TERMINI

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I 60mila dell'Olimpico osannano Stam e Conceiçao

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Ma alla fine il direttivo degli Irriducibili ha deciso: solidarietà ai ragazzi condannati per gli incidenti alla Stazione Termini dello scorso dicembre ma comunque tifo, per sostenere la banda Mancini nel primo difficile impegno della nuova storia della Lazio. La protesta del cuore pulsante del tifo biancoceleste s'è concretizzata nell'assenza degli striscioni, quelli storici che tappezzano la vetrata della Nord, ma la voce non è mancata. Insomma s'è ricominciato da dove s'era finito. Era stato un bagno di folla contro il Brescia, nell'ultima di campionato che aveva regalato l'eccezionale quarto posto in campionato, ed è stato altrettanto contro il Benfica (60mila spettatori), sfidando il caldo e lasciandosi alle spalle per mezza giornata le vacanze attese da mesi. La gente è vicina alla Lazio, ai suoi giocatori, a quella nuova dirigenza che le ha regalato nuova vita e ritrovata dignità. Riscaldamento in campo per i ragazzi del Mancio, a ridosso della Nord, e la gente ha risposto con un lunghissimo applauso. Ed un boato di liberazione ha accolto il cranio pelato di Stam. Nessuna sorpresa, con la promessa sbandierata ai quattro venti da Baraldi confermata dai fatti. Con buona pace di chi fino ad oggi aveva venduto, a vanvera, l'olandesone un pò di qua e un pò di la. Applausi a Stankovic, quasi a spingerlo verso la firma del rinnovo del contratto, poi tutti negli spogliatoi. Ed uno strano irreale silenzio. Un incidente di percorso. Perchè d'improvviso ci si è accorti della sparizione della cassetta con la registrazione dell'ormai storico «Non mollare mai». Attimi di fibrillazione e poi la soluzione. Francesco Scarcelli s'è impossessato del microfono ed ha trascinato, dal vivo, la gente in un crescendo da brividi. Poi squadre in campo, con la Lazio a sfoggiare per la prima volta la nuova maglia da Champions League, bianca, con una striscia blù sulle maniche, come i pantaloncini. In panchina l'inespressivo, tra gli altri, Mendieta, ma soprattutto Sergio Conceiçao cui la gente ha rivolto il coro che lo aveva accompagnato nei suoi primi due anni biancocelesti. Il portoghese ha risposto alla chiamata della gente, commosso, con un cenno di saluto. Quindi il via. L'urlo della gente è stato incessante, anche se le gambe dei ragazzi di Mancini spesso hanno faticato ad attivarsi.

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