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Il personaggio È Mancini la rivelazione in questa prima parte di stagione giallorossa

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Il nuovo Cafu è già a Roma

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Poi è finalmente arrivato a Roma tra lo scetticismo generale, perché pensare che il giovane Mancini, ventenne brasiliano finora sconosciuto, potesse prendere il posto di Cafu era davvero troppo. Così, il giovane sudamericano, è arrivato in punta di piedi, s'è unito al gruppo giallorosso in partenza per il ritiro estivo di Irdning e ha iniziato la preparazione estiva con la prima squadra giallorossa. Lì, una volta messi gli scarpini, sono arrivati i primi segnali. Poi, con il passare dei giorni e le prime partitelle Capello ha iniziato a sospettare di aver fatto il colpaccio. Un palo e una traversa nelle due amichevoli vere d'esordio in Austria (contro boscaioli e Hannover) e il gioco è fatto. Movimento, padronanza di palla e un ottimo tiro in porta, sono le carte che hanno stregato il tecnico giallorosso che non ha perso occasione per lodare il giovane talento brasiliano. «Non capisco — ha detto Capello dell'esterno sudamericano — come mai il Venezia lo scorso anno, pur dovendo salvarsi, lo abbia utilizzato così poco. È un giocatore che ha qualità, sa andare negli spazi e ha molta voglia di fare». Che detto da uno avaro di complimenti con il tecnico friulano, è un bel passaporto per il futuro. Certo, pensare che Mancini dall'oggi al domani possa sostituire appieno Cafu, è forse azzardato, ma l'esterno di Belo Horizonte ha tutte le carte in regola per pretendere un posto da titolare nella nuova Roma. Capello lo ha capito e nella tournèe che ha visto la Roma impegnata in Messico, lo ha utilizzato in più ruoli. Mancini è partito da esterno, ma ha anche giocato da attaccante vero. Il tecnico, con l'assenza di Montella e un Delvecchio ancora a mezzo servizio, ha puntato sul giovane brasiliano messo lì in attacco a fare il centravanti vero. Insomma una dimostrazione di duttilità tattica non indifferente per un giocatore nato difensore e che nel corso della sua carriera professionistica ha coperto più ruoli e infine s'è ricavato un suo spazio come esterno di sinistra. Questo potrebbe essere l'anno della sua consacrazione all'interno di un gruppo che lo ha accolto alla grande: sotto l'ala protettrice di Emerson e Lima. È stato proprio Mancini, in coppia con l'altro giovane della Roma De Rossi (con il quale ha condiviso la stanza nel castello di Irdning), il più in vena di scherzi e gags al ritiro austriaco. Nelle pause d'allenamento Mancini ha fatto il «buffone» con i compagni, si è messo in verticale per attirare l'attenzione e alla fine ha rimediato anche qualche gavettone. Come inizio, niente male: ma adesso si farà sul serio.

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