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Mihajlovic gela la Lazio: «Solo a giugno deciderà se prolungare fino al 2004»

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«Stankovic non firmerà»

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Mancini rischia di perdere il suo pupillo a parametro zero tra dieci mesi. Sinisa che si può considerare a tutti gli effetti un secondo padre per il giovane centrocampista serbo, ha lanciato ieri un messaggio chiaro: Dejan non firmerà il rinnovo del suo contratto fino a giugno. In pratica vuole arrivare alla scadenza del suo accordo con la società biancoceleste e, solo dopo, prendere in esame la proprosta di Baraldi (2 milioni di euro fino al 2004). Il manager Fioranelli ha tuonato nei giorni scorsi, le due parti sono lontane anche perché l'agente del serbo continua a ribadire che, prima di sedersi al tavolo, pretende il pagamento di alcune pendenze economiche negate dalla Lazio con tanto di comunicato alla Consob. Ieri Mihajlovic ha lanciato il grido d'allarme prima di tuffarsi nelle dichiarazioni di rito sulla sfida col Benfica: bisogna fare presto perché il suo amico è turbato da un vicenda dai contorni ancora indefiniti (si vocifera di un accordo tra Fioranelli e la Juve per il prossimo anno). Mihajlovic, che cosa sta succedendo a Stankovic? «Lo vedo turbato, meglio stia tranquillo fino a giugno, poi si vedrà. Quello che farà sarà per il bene della Lazio, però adesso basta. C'è stato tanto tempo per chiudere questa vicenda quando lui era disponibile e invece non si è fatto nulla non so per colpa di chi. Dejan capitano? Se Favalli va via, può essere una soluzione, ma io spero che Beppe resti». Dieci giorni fa ha richiamato all'ordine la squadra: ci sono stati miglioramenti? «Ora va tutto bene. In America avevo notato delle cose che non andavano, ma adesso è tornata la voglia di soffrire, di lottare sul campo. Siamo più concentrati, l'atmosfera è migliore: sono fiducioso e contento». Quindi la svolta c'è stata... «Sì, ci siamo parlati all'interno dello spogliatoio e tutto è andato a posto.In quel momento ognuno doveva fare l'esame di coscienza e tutti l'hanno fatto. Siamo ragazzi intelligenti e abbiamo capito in tempo gli errori». Tra cinque giorni c'è il Benfica. Come arriva la Lazio a questa sfida decisiva? «Rispetto all'anno scorso siamo un po' indietro anche perché avevamo disputato quattro o cinque partite amichevoli in Inghilterra contro avversari del nostro livelli. Ora, ci mancano le gare di un certo tipo ma saremo pronti per battere i nostri avversari». Loro sembrano sicuri di passare il turno... «Ho letto alcune dichiarazioni velenose dei nostri avversari, sono convinti di essere più forti. Noi li rispettiamo ma siamo superiori. Hanno perso in amichevole, il campionato portoghese comincia come il nostro e io non sono preoccupato. L'ho già detto: meglio affrontare un avversario così che ti costringe a tenere alta la concentrazione piuttosto che rischiare una brutta figura contro una squadra nordica più avanti nella preparazione e dal nome semisconociuto». Che partita si aspetta? «Il Benfica si atterrà al solito schema portoghese: tanto possesso palla. Noi dovremo ripetere la prestazione offerta contro il Porto all'Olimpico e sicuramente l'epilogo sarà diverso». Qual è il punto debole del Benfica? «Soffrono maledettamente quando vengono pressati. Dovremo attaccare con intelligenza, senza scoprirci ma facendo il nostro solito gioco». A proposito, sembra che Mancini sposi il tridente. Che ne pensa? «Giusto affidarsi a schemi collaudati e l'anno scorso spesso abbiamo giocato così. Bisogna dare fiducia al gruppo dell'anno scorso più Albertini, uno che con la sua esperienza fa ancora la differenza».

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