di TIZIANO CARMELLINI «ABBIAMO subìto un'estorsione».

La faccia ce la mette una volta ancora Franco Baldini, ds giallorosso, che (in conferenza stampa ufficiale con tanto di carabiniere in borghese e «infiltrato» della Figc) accusa senza mezzi termini la Covisoc di aver messo la società giallorossa alle strette. «Ci siamo ritrovati con le spalle al muro, senza il tempo necessario per studiare un'altra strategia. Si può configurare il reato di estorsione». Baldini spiega così la soluzione Sbc consigliata peraltro dalla stessa Covisoc. «Pensavamo che la nostra soluzione al problema potesse essere più che soddisfacente». Già, perché le fidejussioni presentate dalla Roma (quelle di Capitalia) coprivano 30 dei 47.5 milioni «scoperti» per la regolare iscrizione al campionato di serie A. Per i rimanenti 17.5 la Roma voleva l'«accollo» sulla Roma 2000, società che controlla la As Roma Calcio. La documentazione è stata presentata come da accordi il 22 luglio, ma la Covisoc ha «bocciato» la faccenda il giorno 25, a soli tre giorni dal termine ultimo per l'iscrizione al campionato fissato per il 28 luglio. Così, in tre giorni, la Roma si è trovata nelle condizioni di dover risolvere il problema. «I nostri consulenti finanziari si sono trovati con le spalle al muro e non potevano che bere o affogare. A questo punto ci siamo affidati all'organo che ha il compito di controllare le società: non potevamo fare altrimenti. Peraltro la cosa si è svolta all'interno delal sede della federazione. Difficile poter immaginare che l'organo di controllo avesse bisogno a sua volta di essere controllato». Resta da stabilire chi, all'interno della Covisoc abbia consigliato alla Roma di rivolgersi alla Sbc. Qui Baldini non entra nello specifico: «C'è in corso un'indagine e non possiamo fare nomi, ma abbiamo consegnato tutte le carte e detto tutto quello che sapevamo agli inquirenti, perché la Roma vuole andare in fondo a questa vicenda». E infatti ieri il presidente giallorosso Franco Sensi ha presentato una denuncia penale contro ignoti (almeno fin quando gli inquirenti non daranno un nome e un volto alle persone protagoniste della truffa) per falso in atti d'ufficio e truffa. «La magistratura ci dirà cosa è avvenuto — dice il ds giallorosso — perché è evidente che questa sia una truffa ai danni di più società di calcio per incassare dei soldi. E a quanto mi risulta è già successo in altre stagioni. Insomma non sarebbe una pratica inusuale: adesso ne vedremo delle belle. Abbiamo e dobbiamo avere fiducia nella Figc che ora non potrà mettere la testa sotto la sabbia. Il danno d'immagine? Abbiamo pensato anche a quello, qualcuno dovrà pagare». Adesso la Roma aspetta l'invalidazione delle suddette fidejussioni, cosa che finora non è avvenuta. «La federazione ci deve dire cosa dobbiamo fare — continua Baldini —, perché vicenda giudiziaria a parte, nessuno ci ha ancora comunicato che quelle fidejussioni non sono più valide. La partenza del campionato? Se dovessimo attendere l'esito dell'indagine in Procura credo che forse potrebbe iniziare a Natale (scherza), ma per noi è tutto a posto: non ci dovrebbero essere ritardi. Ci dicessero come e quando dobbiamo ripresentare le nuove fidejussioni. Siamo pronti, abbiamo già un accordo con un gruppo bancario per risolvere la questione rapidamente (ancora Capitalia ovviamente)». In serata, puntuale, la replica della Covisoc, che si affida a uno scarno comunicato: «La Covisoc respinge le accuse gravi ed infondate — si legge nella nota — e precisa di non aver messo in atto alcuna forma di imposizione nei confronti di qualcuno. Sono state solo chieste le garanzie necessarie per l'iscrizione al campionato». La guerra continua dunque e adesso non resta altro che aspettare e vedere come andrà a finire. Nel prossimo consiglio di Lega del 19 agosto l'Ufficio Indagini farà la sua relazione, le fidejussioni probabilmente verranno invalidate e la Roma avrà tempo una settimana per presentarne delle nuove e chiudere la vicenda in tempo per il consi