Roma e Napoli rischiano di dover ripresentare le garanzie per l'iscrizione al campionato
Ieri blitz dei carabinieri nelle sedi delle due società per sequestrare la documentazione relativa alle fidejussioni in questione. Un atto dovuto, previsto, dopo il vertice di ieri mattina in Procura a Roma tra il responsabile dell'Ufficio Indagine della Figc Italo Papa e i due magistrati incaricati dell'indagine per falso e truffa: Ettore Torri e Maria Cristina Palaia. Partono così indagini a 360° per cercare di ripercorrere l'intero iter della vicenda che ha portato all'apertura delle inchieste di Roma, Macerata e Bologna, per quanto riguarda la Virtus basket. A Trigoria arrivano così i carabinieri e «ascoltano» il ds giallorosso Franco Baldini, il responsabile dell'area finanziaria Cristina Mazzoleni e il commercialista Silvio Rotunno. Clima sereno, di massima collaborazione, per cercare di individuare gli autori e le movenze di quella che si va sempre più figurando come una maxi-truffa ai danni delle società di calcio. Stessa operazione a Napoli con i dirigenti e funzionari dei partenopei. Che si sono affrettati a sottolineare che la società «ha fatto al 100 per cento tutto correttamente, rispettando le regole. Poi vedremo gli sviluppi quali saranno, ma da un punto di vista civile, cioè della documentazione presentata, e sportiva siamo perfettamente in linea», come sottolineato dal direttore generale del Napoli, Nicola De Leva, ieri ascoltato dall'ufficio indagini della Figc. Subito dopo sono stati ascoltati, in qualità di semplici testimoni, Luca Rigone, assicuratore di Ancona, intermediario di Cosenza e Spal, Gianni De Vita, commercialista, chiamato ad agire per conto del Napoli, e Paolo Landi, broker romano, mediatore per conto della Roma. Si sono fatti anche i nomi di 3 membri della Covisoc coinvolti nella vicenda: oggi saranno ascoltati. La Roma medita Tutto lecito, ma a questo punto che succede? Indagine ordinaria a parte, bisognerà aspettare la decisione di Lega e Figc che questa mattina faranno il punto della situazione. L'ipotesi più accreditata è che la Lega chieda a Roma e Napoli nuove fidejussioni, tenendo però presente l'attuale situazione. Nel senso, che i tempi e le modalità avranno canoni diversi da quelli imposti per l'iscrizione al campionato: che comunque non è a rischio. Molto probabile l'ipotesi di un ennesimo intervento di Capitalia per «coprire» i 7 milioni e mezzo in questione. Il gruppo finanziario che ha salvato la Lazio ha già garantito la prima parte del debito della Roma: 30 milioni. Altra ipotesi, al momento abbastanza remota, è quella di una penalizzazione per le due squadre, una sorta di punizione per una sorta di incauta gestione del caso. Sarebbe davvero un paradosso e in quel caso la Roma farebbe immediatamente ricorso. Intanto anche ieri la Sbc ha dichiarato di non aver «mai garantito società calcistiche o sportive. Né in passato, né nell'anno in corso». Resta comunque da capire come il segretario della Covisoc (organo di controllo del calcio) abbia potuto mettere in contatto Roma e Napoli con gli intermediari poi probabili artefici della presunta truffa. Per altro, l'intera operazione non sarebbe avvenuta nella sede della «fantomatica» Sbc, ma direttamente all'interno della palazzo della Lega. Oggi comunque è un giorno chiave, Roma e Napoli aspettano il parere di Lega e Figc, parere che farà luce in maniera definitiva sull'aspetto sportivo della vicenda. Ma le due società sono tranquille, sanno di aver fatto le cose nel modo giusto.