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L'Udinese spara alto e la trattativa fallisce. Oggi nuovo assalto al giapponese Intanto il ds Cinquini corre ai ripari e chiede all'Inter il centrocampista Dalmat

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Sfuma Pizarro, tentativo Nakata

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Male. Pizarro resta a Udine, con lui gli altri. Jorgensen, Alberto e anche Muzzi non si muovono, la Lazio fallisce l'appuntamento del suo mercato ricco di rifiuti e di trattative sfumate all'ultimo istante. Mancini incassa e porta a casa visto che la società non poteva sottostare al ricatto friulano. Oggi si proverà a prendere Dalmat oppure (più probabile) a convincere Nakata, anche lui poco propenso ad accettare il trasferimento a Roma. Mancano poche ore alla consegna delle liste per la Coppa e ormai, a meno di clamorosi ribaltoni, scenderà in campo la squadra dell'anno scorso con i soli innesti di Dabo, Zauri, Albertini, Sereni e Casazza. Sempre che l'assalto finale al giapponese non sortisca gli effetti sperati. Marino si era presentato a via Borgognona verso le 15. Al tavolo c'erano Baraldi e Cinquini, ma il direttore generale dei friulani ha sparato subito alto: 11 milioni di euro e il cartellino di Castroman per avere Pizarro e il brasiliano Alberto. In pratica la società biancoceleste doveva pagare un conguaglio più alto di un milione di euro e avere un giocatore in meno (Jorgensen) rispetto all'affare chiuso a fine giugno. Il dirigente dell'Udinese puntava sulla volontà della Lazio di chiudere la trattativa in poche ore, giusto in tempo per iscrivere i tre nuovi acquisti nella lista per il preliminare di Champions League. Baraldi, però, non ha accettato: troppo alto il sacrificio per una società che solo da un mese è uscita da una situazione finanziaria terribile. E così, nonostante i tentativi di riannodare i fili di un trattativa che va avanti da quaranta giorni come la più stucchevole delle telenovele, Marino ha lasciato solo un'ora più tardi gli uffici della sede biancoceleste per ritornare al Nord senza aver chiuso la cessione dei suoi giocatori. Qualcuno penserà che senza il rifiuto di Liverani e poi quello, peraltro rientrato di Castroman, l'affare si sarebbe concluso nei tempi stabiliti e voluti da Mancini che faceva grande affidamento sui tre dell'Udinese. Tant'è, doveva andare a finire così. Le novità oggi potrebbero arrivare da Mendieta e Manfredini prossimi al rientro nella Liga spagnola oppure dal nuovo avvicinamento a Nakata. Il basco è vicinissimo all'Atletico Madrid (Bronzetti è rimasto alcune ore a colloquio con i dirigenti biancocelesti nella serata di ieri), mentre l'ivoriano potrebbe accasarsi al Majorca. Due cessioni che permetterebbero alla Lazio di sfoltire una rosa con troppi petali (Colonnese e Baggio ancora non hanno trovato l'offerta giusta). Solo allora Baraldi potrebbe fare un nuovo tentativo per Nakata soprattutto oppure per Dalmat (Favalli vuole andarsene). Piace anche Kallon, ma non è facile arrivarci. Quindi oggi l'assalto finale sarà proprio al giapponese che potrebbe risolvere anche il problema della quarta punta visto che Mancini lo vede nel ruolo di attaccante da affiancare a Corradi o Inzaghi. L'attacco è il vero problema: ieri sera Baraldi ha bacchettato Lopez. «Non abbiamo ancora raggiunto l'accordo con l'argentino, potrebbe diventare un problema per tutti». Sull'argentino vigila il Chelsea. Intanto ieri si è svolto l'ennesimo CdA, questa volta puramente tecnico. I dirigenti hanno avuto la certezza che l'intera cifra (110 milioni) è stato sottoscritta dagli investito e dal mercato. La Consob oggi fornirà i dati definitivi della composizione della nuova «public company». Il pacchetto azionario sarà in mano a Ricucci e Ligresti (entreranno come vice presidenti nel nuovo Cda) che alla fine dovrebbero avere intorno al 12%, mentre Capitalia (5%) e Bnl (2%) dovrebbero confermare la loro attuale quota. Tutto bene insomma, ma solo per la società. Mancini si aspettava un regalo da Udine, ma dovrà accontentarsi, se Baraldi, ci riuscirà, di uno da Parma. Con gli occhi a mandorla. Altrimenti si andrà avanti così.

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