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I partenopei non hanno debiti con la Lega e quelli dei giallorossi sono «coperti» da Capitalia La Procura di Roma apre un'inchiesta: oggi primo vertice per fare il punto della situazione

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Ieri il sostituto procuratore ha aperto un'indagine sulla questione che sta tenendo in ansia i tifosi di Roma, Napoli e Spal. Ieri in realtà si è trattato solo di un atto formale, di una presa di coscienza e di acquisizione d'informazioni: soprattutto articoli usciti sulla stampa romana. Il procuratore aggiunto Ettore Torri ha incaricato i carabinieri del nucleo operativo di via In Selci di cominciare a raccogliere elementi sulla vicenda. Previsto per questa mattina in procura un vertice tra inquirenti e investigatori per fare un primo punto della situazione. La questione «giudiziaria» potrebbe comunque prendere quota solo a fine mese quando cioè, la procura di Roma avrà acquisito abbastanza materiale per poter dar via all'intera faccenda. La Procura verificherà anche la posizione della Covisoc che si è occupata dei controlli. La Lega intanto si è «chiamata fuori» dichiarando che il Napoli calcio non ha debiti con la Lega Calcio e che quelli della Roma sono coperti da regolare fidejussione rilasciata (e quindi garantita) da Capitalia. Inoltre Carraro ha fatto sapere in una nota di non aver mai avuto contatti con le società suddette o rappresentanti delle stesse. Il gruppo bancario che ha già «salvato» la Lazio conferma: «Abbiamo effettivamente dato la fidejussione alla Roma a fine luglio, quando emerse un problema con la situazione debitoria della squadra e la necessità di trovare garanzie per consentire l'iscrizione. La garanzie, per 30 milioni di euro complessivi, era garantita e condizionata all'iscrizione al campionato di calcio nella serie A». Così, la Covisoc (l'organo di controllo preposto dalla federcalcio) non ha fatto altro che confermare che Roma e Napoli sono regolarmente iscritte ai rispettivi campionati e ha trasmesso alla Procura l'intera documentazione. I trenta milioni che Capitalia ha messo a garanzia della società giallorossa, non coprirebbero tutto lo scoperto che ammontava a poco più di 37 milioni. Ed è per questa differenza che la Roma si è rivolta alla Sbc che anche ieri si è dichiarata estranea all'intera vicenda. «La soluzione a questo giallo sbiadito — ha detto l'amministratore unico della Sbc Franco Jommi — è semplicissima ed è da ricercare negli atti espletati dalle società, che devono avere le copie e che conoscono i soggetti che materialmente hanno consegnato loro le garanzie ricevendo in cambio il pagamento di premi». Come dire, Roma e Napoli vadano da chi gli ha firmato quelle carte... che non siamo noi. Spiegando inoltre come la Sbc non abbia mai avuto una sede legale a Roma in piazza Bologna 55. Anche in questo senso dovrà andare l'indagine della procura. Parte così, anche a Macerata, sede legale della Sbc, l'inchiesta della Procura. L'informativa agli inquirenti di Macerata è un atto dovuto anche quando la denuncia è partita da Roma: dove per altro è stato richiesto il sequestro dei documenti fidejussori presso la federcalcio. Roma e Napoli continuano comunque a far spallucce, tranquille di aver fatto tutto secondo le regole e sono pronte ad adire le vie legali. Sulla vicenda Sbc parte un'interpellanza di An (in testa Ignazio La Russa) al ministro dei beni Culturali Urbani, che chiede il commissariamento della federcalcio «incapace di intervenire tempestivamente». Si costituiranno parte civile anche il Codacons e l'associazione utenti sportivi che, qualora il campionato dovesse subire variazioni, chiederanno il risarcimento dei tifosi e degli utenti di pay-tv. Insomma, chi più ne ha, più ne metta.

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