Gaucci: «Soldi per rimanere in C»
Pensieri e parole di Luciano Gaucci al termine dell'infuocata Assemblea di Lega riunitasi ieri a Roma. Una dichiarazione choc che getta ulteriore benzina sul fuoco intorno al caso-Catania che di giorno in giorno assume risvolti sempre meno edificanti. Il ripescaggio degli etnei in B sta frantumando il mondo del calcio e nel tutti contro tutti innescato dal tormentone degli etnei, arriva anche la bomba-Gaucci. Nel mirino del patron del club siciliano, ovviamente, c'è sempre Franco Carraro, numero uno della Figc. «Alla proposta di soldi ho risposto che nemmeno per il doppio accetterei una soluzione del genere perchè - ha continuato Gaucci - il Catania non è mio, ma dei catanesi. Del resto, i miei avvocati hanno già quantificato in dieci milioni di euro la cifra che chiederemo come risarcimento alla Federcalcio. Il calcio italiano - continua Gaucci - è in grossa difficoltà con delle brutte vicende che lo stanno rovinando. Siamo qui per cercare di trovare una soluzione, che al momento mi pare alquanto difficile. Aggiustare i cocci di un vaso che si rompe è sempre molto difficile. La colpa di tutto questo è di Carraro. Lui se ne deve andare, ha troppi conflitti di interesse con le sue banche e con le società che usa per risolvere i suoi problemi in federazione». La «sparata» di Gaucci sorprende fino a un certo punto, ma fa capire quale clima si respiri in Lega. Una Lega uscita dalla giornata di ieri con le ossa rotte e totalmente spaccata. Da una parte le grandi di A (Milan, Juventus ed Inter), dall'altra tutte le altre e la serie B. Proprio il fronte compatto delle «altre» ha scongiurato una sorta di golpe messo a punto dalle tre grandi, che avrebbero voluto far partire il campionato di A senza tener conto della serie B. Addirittura la A aveva già pronti i calendari, ma alla fine tutto è slittato. A confermarlo è Massimo Cellino, vicepresidente di Lega in rappresentanza dei club di B: «La Juve stava raccogliendo le firme per questo progetto - ha spiegato Cellino -, poi tre presidenti illuminati, Corioni, Campedelli e Semeraro hanno detto che la serie A non poteva partire senza la B». E cosi tutto è stato rimandato al Consiglio Federale di domani (oggi, n.d.r.)». Proprio il Consiglio della Figc, iniziato ieri e che terminerà oggi, dovrebbe (il condizionale ormai è d'obbligo) scrivere la parola fine sulla composizione dei prossimi campionati con la presenza o meno del Catania nel torneo cadetto 2003-04. Il Consiglio discuterà la proposta della Lega (B a 20 squadre) e dopo la sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo che prenderà in esame i ricorsi presentati dalla Federcalcio sui provvedimenti a favore del Catania. Se i giudici daranno torto alla Figc, B a 21 con siciliani ammessi d'imperio. In questo caso, però, il rischio, neanche troppo remoto, è che l'infinita sequela di ricorsi al Tar, allarghi la B a 24 squadre. Un provvedimento eccezionale che però finirebbe inevitabilmente per far slittare l'avvio del campionato.