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di ETTORE FRIGO SACHSENRING — Tempi duri per Valentino dalle convinzioni a basso regime, ...

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È la sua Honda tanto invidiata dai piloti concorrenti che rallenta la sua corsa in termini di sviluppo o è lui, il fenomeno delle piste, che sta perdendo per strada fiducia, carattere, rabbia e tenacia lasciando sull'asfalto solo virgole e punti interrogativi? La pole del Gp di Germania, quella che più di altre ha un senso perchè sul tracciato del Sachsenring soprassare è più complicato del solito, è di Max Biaggi, il «nemico» numero uno di Rossi, il romano dell'altra Honda, quella che vorrebbe tanto affidare a Valentino per fargli capire il senso dei mniracoli. Due millesimi appena (1'23"734) sulla leggera Proton a due tempi del britannico Mc Williams bastano per raddoppiare la forza di Max e incrinare qualche certezza nel campionissimo marchigiano che arranca. In dieci minuti, quelli finale delle seconde qualifiche, gli passano davanti in tre (terzo crono per la Ducati di Capirossi a dimostrazione che la Desmosedici c'è anche su tracciati lenti), lui prova a reagire perchè un re non si spodesta così. Ma Rossi, d'improvviso diventa un pilota qualunque, e non si migliora. Anzi nell'ultima curva prima del rettilineo finale, rischia una brusca caduta che pregiudica ogni vano tentativo. «Colpa di una gomma troppo morbida. Pensavo di limare qualcosa, quel qualcosa che non va. Dobbiamo migliorare nel warm up altrimenti sarà dura. Biaggi va veloce, è un osso duro ma tutti sono da temere» confida Valentino, un colpo di tosse («Mi hanno detto che guarisco ma sto sempre male») e un segnale di scarso ottimismo nei suoi occhi che ancora faticano a mettere a fuoco quel mezzo secondo abbondante di ritardo dalla pole. «Troppo? Non lo so, dico soltanto che la moto non è a posto». Comodo e convinto c'è invece Max che se la gode. Il successo «retrodatato» di Donington lo ha rilanciato per il Mondiale e la pole germanica (la 54 in carriera) «ha un suo particolare significato qui». Mostra, sotto il pizzetto, di avere ancora margini per migliorare («il parazializzatore del gas è da regolare») e prendersi altre rivincite. Si augura anche lui, come il campione iridato, un Gp senza pioggia. Richiesta condivisa anche dai piloti della 250 che scattano con la Honda dell'argentino Porto in pole (prima volta quest'anno per la scuderia nipponica) davanti al torinese Rolfo, seguono le Aprilia di Battaini (penalizzato nel suo giro veloce da troppo traffico) e Nieto. In dieci racchiusi in un secondo, il leader della classifica Poggiali è solo sesto. In 125 il più veloce è stato Stefano Perugini: per il viterbese dell'Aprilia è la seconda pole position stagionale. Nella decisiva sessione ha preceduto Alex De Angelis, venerdì il migliore, lo spagnolo Hector Barbera e Lucio Cecchinello, bravo a risalire dopo una brutta sessione venerdì. Sesto tempo per Andrea Dovizioso, ottavo Gino Borsoi. Tra loro il leader del Mondiale Daniel Pedrosa.

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