di SIMONE VITTA SACHSENRING — Dopo il diluvio della nottata, scintille e fiamme hanno ...
I lampi del duello annunciato tra Valentino Rossi e Max Biaggi, col pesarese sempre ai ferri corti col romano, e quelli meno metaforici dell'Aprilia del texano Colin Edwards, andata a fuoco nel corso delle libere della mattinata. Un venerdì decisamente caldo quello del Sachsenring, al di là di un meteo bizzarro e imprevedibile che ha, comunque, graziato le prime sessioni. Quelle della MotoGP sono vissute sul filo del millesimo di secondo. Su un divario esile e sottile che ha separato le ombre di Rossi e Biaggi fin dalle prime battute della mattinata. Un duello che ha visto svettare Valentino per tre soli millesimi, nonostante un'innocua scivolata, nelle libere e per trentacinque nel primo turno cronometrato del pomeriggio. Proprio quando Max sembrava aver restituito lo schiaffo e messo le mani sulla provvisoria pole, Valentino ha imbroccato un giro a tempo di record. L'ultimo. Un piccolo capolavoro che ha fatto cantar vittoria a un Rossi ancora imbronciato per il cartellino giallo di Donington e desideroso di imporsi nella nona prova del campionato dopo tre lunghe gare di digiuno. Da tanto il pesarese non vince più una corsa. La sconfitta inglese a tavolino e l'ipotesi che Biaggi possa presto disporre di una moto molto più simile alla sua hanno accresciuto il desiderio del folletto di dimostrare al mondo che è lui il migliore del motomondo. Un desiderio che supera anche l'atavica rivalità covata da sempre nei confronti del «nemico» Biaggi. Sul circuito bonsai sperso nei boschi della Sassonia, a novanta chilometri da Dresda, ha vissuto un momento di gloria il britannico Jeremy McWilliams, terzo miglior tempo. Datato il pilota, trentanove primavere nella tuta, ancor più la sua moto, una vecchia Proton 500 due tempi. Eppure il nord-irlandese ha saputo spremerla a dovere nella parte più lenta e tortuosa che penalizza le moderne MotoGp e, complice l'uso di Bridgestone da tempo, fare il colpaccio. Precedendo la Yamaha dello spagnolo Carlos Checa e la Ducati dell'australiano Troy Bayliss. Settimo Marco Melandri, alle spalle di Sete Gibernau, solamente nono un Loris Capirossi che non è riuscito ancora a calibrare potenza e ciclistica della sua Desmosedici. Aprilia bene nelle due classi minori. Nella 250 la Casa di Noale s'è imposta col francese Randy De Puniet, autore della pole provvisoria davanti a Roberto Rolfo e Franco Battaini. Sfortunato Manuel Poggiali. Il sammarinese è scivolato a tre minuti dalla fine, mentre era terzo in graduatoria dei tempi, finendo poi quinto. Nella ottavo di litro sono state tre le moto venete a dominare la prima sessione cronometrata, con il sammarinese Alex De Angelis davanti al tedesco Steve Jenkner e allo spagnolo Pablo Nieto. Primo degli azzurri s'è piazzato Stefano Perugini, settimo. Nono, dopo una caduta, Mirko Giansanti, davanti ad Andrea Dovizioso.