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di FRANCO BOVAIO IL nome e la fama sono quelli della squadra di rango, il presente un po' meno.

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Basti pensare che non vince lo scudetto dalla stagione 1993-94 e che nell'ultimo campionato è arrivato secondo a - 11 dal Porto solo grazie alla rimonta effettuata dopo l'avvicendamento in panchina (27 novembre) tra Ferreira e Camacho, ex bandiera del Real Madrid, ex CT della nazionale spagnola e suo allenatore attuale. Come la Lazio anche i portoghesi hanno saltato i due turni preliminari della Champions e hanno preparato con cura questa doppia sfida eliminatoria in cui dovranno fare a meno del loro attaccante più esperto, l'ex fiorentino Nuno Gomes, indisponibile fino alla fine di agosto. Al suo posto Camacho può schierare l'angolano Mantorras, l'ungherese Fehér (titolare nelle ultime uscite) o gli jugoslavi Drulovic e Sokota. Nelle ultime due amichevoli di preparazione i rossi di Lisbona hanno perso 2-1 con i greci del Panathinaikos e vinto 1-0 con i concittadini dello Sporting. In entrambe le occasioni Camacho ha fatto giocare un po' tutti gli uomini a sua disposizione senza, però, cambiare mai lo schema: un 4-2-3-1 simile a quello adottato dal Porto che ad aprile eliminò la Lazio. Titolari sicuri sembrano essere il portiere argentino Bossio; Helder e Ricardo Rocha al centro della difesa; Fernando Aguiar, Andersson o Petit nel ruolo di mediani davanti a questa; Roger in quello di regista offensivo centrale alle spalle dell'unica punta. Accanto a lui possono agire il neo acquisto Alex, lo sloveno Zahovic, il talentuoso Tiago o il ventiquattrenne Simao. Dopo il sorteggio il suo direttore della comunicazione ha dichiarato: «La Lazio non è una squadra molto forte, ma avendola vista contro il Porto, crediamo che non sia un avversario impossibile da battere».

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