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Mondiali di nuoto Gli azzurri della pallanuoto battono i serbi. Il russo s'impone nei 100 stile libero Il Settebello centra la finale Popov, il ritorno dello zar

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Il Settebello non l'ha fatto, ha giocato le sue carte da outsider nella semifinale dei mondiali di Barcellona nel migliore dei modi e sabato contro l'Ungheria si giocherà il titolo iridato. È finale anche per gli azzurri, dopo quella già conquistata dalle ragazze, dopo una partita ad alta tensione che però l'Italia ha saputo dominare soprattutto con la testa. È comunque già medaglia, che nella peggiore delle ipotesi sarà d'argento. A Barcellona è tornato a mostrare i muscoli anche Popov dimostrando che si può vincere a 32 anni, senza i costumi spaziali, con una ferita sulla pancia e nella gara regina del nuoto. Si può, ma solo se si è Alexander Popov. Lo zar è tornato e sceglie ancora Barcellona per mostrare al mondo intero che di Popov ce ne è uno solo: nel '92, ai Giochi olimpici nella città catalana vince tutto quello che si poteva per un velocista della vasca. Dopo undici anni Sasha è ancora lì, si riprende il tetto del mondo nei 100 stile libero, mettendosi dietro nella finalissima al Palau saint Jordi il favorito della vigilia, l'olandese Pieter Van den Hoogenband e lo squalo australiano Ian Thorpe. Si riprende quell'oro che dopo il '99 aveva visto sfuggirgli dalle mani: è l'anno del suo calo, dice che non si diverte più, che gli allenamenti sono pura meccanica. E poi alla ribalta era arrivato l'olandesone volante. Lo zar aveva perso smalto, da quando tre anni prima un'aggressione a Mosca lo aveva ridotto in fin di vita: diverse coltellate lo colpirono all'addome, con conseguenze su polmoni e reni. Ma lui riuscì a superare anche quella: nel 2000 torna nel firmamento delle star, vincendo agli europei di Helsinki i 100. Ma non replicò a Sydney, dove Vdh fu imprendibile. Secondo oro, dopo quello della staffetta 4X100 e seconda umiliazione per il tonno Thorpe. E non è finita, perchè ancora ci sono i 50: «Spero di fare altrettanto - dice il russo il cui primo ringraziamento è al suo tecnico Gennadi Touretsky - Ringrazio il mio coach che è il segreto più grande della mia carriera. Sono felice di essere qui, Barcellona è la città della mia carriera». Cambiano le distanze, ma non i protagonisti: è ancora il giapponese Kosuke Kitajima che nei 200 rana ripete il copione dei 100. Titolo mondiale e primato con il tempo di 2'09«42, che cancella quello di 2'09»52 del russo Dmitry Komornikov, finito anche fuori dal podio con il quinto posto. E nel giorno del debutto della sfida più attesa a questi mondiali, quella dei 200 misti, Michael Phelps migliora il suo stesso record nuotando in semifinale in 1'57«52, dopo meno di un mese dall'impresa compiuta il 29 giugno a santa Clara dove aveva festeggiato il suo 18/o compleanno con il record di 1'57»94. Uno schiaffo per Ian Thorpe che oggi chiude la giornata in ombra, con il bronzo nei 100 e un quinto posto che vale la finale nei 200 misti. Nella disfatta azzurra, l'unica speranza resta aggrappata a Massimiliano Rosolino che guadagna la finale dei 200 misti con il secondo tempo (1'59«84) alle spalle del fenomeno americano. Pessima prova quella di Alessio Boggiatto, fuori in batteria per cinque centesimi. Bene invece Francesca Segat che chiude 5/a la finale dei 200 farfalla, vinti dalla polacca Otylia Jedrzejczak. Oro anche alla spagnola Nina Zhivanevskaya nei 50 dorso e alle americane nella staffetta 4X200. E questa sera (ore 22) attesissima finale della pallanuoto femminile dove il Setterosa affronta gli Stati Uniti per il titolo iridato.

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