dall'inviato TIZIANO CARMELLINI IRDNING — Ormai è qualcosa più di una sensazione.
Sintesi? La Roma del prossimo anno è questa, quella che sta ultimando la sua preparazione a Irdning. Sempre più lontana la possibilità di arrivare ad un attaccante di peso e sempre maggiore la convinzione (o presunta tale) della squadra di essere competitiva anche così. Capello che blinda Delvecchio dopo l'esternazione del presidente Sensi. Totti che sponsorizza il compagno e si autocandida per una maglia da prima punta: insomma ci sono tutti i presupposti per pensare che questa sarà la nuova Roma e che Delvecchio ritorni al suo vecchio ruolo di punta centrale: quello per il quale la Roma lo acquistò ai tempi di Mazzone nel lontano novembre del 96'. Magari un ruolo da dividere proprio con Totti. «Da qui non mi muovo — ha tenuto a precisare ieri Delvecchio — voglio rispettare il mio contratto che scade tra due anni. Affinchè un giocatore venga ceduto c'è bisogno della sua firma sul contratto: bene, la mia non l'avranno mai. Sensi? Non voglio sapere le cose che ha detto, io voglio restare». Facile facile anche la risposta a Capello che cerca una punta centrale. «Eccomi! Sono pronto per ritornare la mio vecchio ruolo, non c'è problema». È qualcosa più di una promessa, una dichiarazione d'intenti, chiara, che toglie di mezzo ogni dubbio sul futuro di Delvecchio che si candida per il ruolo rimasto scoperto nell'organico giallorosso. «Mi piacerebbe tornare a fare la punta, anche se la mia sfida a Roma l'ho vinta da esterno ed è giusto sottolineare questo aspetto. Polemiche? No, è solo che il mio carattere schivo non mi aiuta nei rapporti con la gente». Anche Delvecchio è convinto che la Roma sia in grado di lottare per lo scudetto e non lo nasconde di certo. «Abbiamo la fortuna di avere a disposizione un grandissimo organico e, buona sorte permettendo, saremo tra i primi fino alla fine della stagione. Adesso c'è solo tanta voglia di lavorare, far bene e dimenticare lo scorso anno». Già, una stagione grigia da archiviare anche per come la Roma è stata trattata dalla classe arbitrale. «Non c'è dubbio. All'andata siamo stati penalizzati, poi però per quanto riguarda il girone di ritorno, è stata solo colpa nostra». Sta con Sensi nella dura e faticosa battaglia al Palazzo nonostante il presidente lo abbia palesemente scaricato nei giorni scorsi. «Che qualcosa non andasse nel verso giusto era chiaro ed è inutile nasconderlo. Le battaglie di Sensi avevano come obiettivo la verità, perchè anche nel calcio c'è bisogno di chiarezza». Stagione nuova quindi e nuovi stimoli, nuovi programmi di lavoro. «Sì, qui a Irdning stiamo facendo un lavoro completamente diverso da quello dello scorso anno. La passata stagione anche per me è stata da dimenticare, i problemi di fascite, poi la sfortuna. Ora ho solo tanta voglia di rifarmi e tornare a vincere con la Roma». Già, la Roma che Chivu a parte, ricomincia da dove aveva lasciato lo scorso anno. Difficile pensare che, in questo momento, si possano spendere ancora soldi per un attaccante: nonostante le promesse di Sensi. Forse è plausibile l'ipotesi un prestito, ma la strada anche in quel senso non è affatto facile da percorrere.