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Capello: «Con Chivu lottiamo con i primi»

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In mezzo l'ira di Sensi, il suo silenzio, i primi «buchi» di mercato e poi l'acquisto di Chivu. Così t'aspetti un Capello d'assalto e invece ti ritrovi un tecnico in atteggiamento difensivo, che non vuole alimentare altre polemiche e iniziare a creare la sua nuova Roma: quella del riscatto. Inutile stuzzicarlo sulle «capriole» di Sensi, alle quali risponde con un secco «no-comment». Capello insomma, nonostante il presidente lo abbia messo più volte alla porta, non replica. «Inutile parlare, dobbiamo dimostrare il nostro valore in campo: sia io che la squadra». Già, e Del Piero ha messo la Roma tra le favorite per la prossima stagione. «Abbiamo preso Chivu un grande giocatore, uno che farà la differenza: era la nostra prima scelta e sono felice che sia con noi». Aspetta altri arrivi? «Adesso con un po' di calma vedremo se ci sarà la possibilità di muoverci ancora sul mercato». Se si partisse domani quali possibilità avrebbe la sua Roma? «Saremmo lì davanti con i primi». A lottare per lo scudetto? «Ho detto con i primi: può bastare no!?». Cosa non ha funzionato lo scorso anno? «Abbiamo preso troppi gol, i numeri parlano chiaro». Con Chivu problema risolto? «Non è un solo giocatore che può fare la differenza: è sbagliato pensare che lui da solo possa risolvere tutto. Bisogna ritrovare il giusto equilibrio, la giusta soglia di attenzione per tutto l'arco della stagione. Cosa che lo scorso anno non è avvenuta». A questo punto del mercato, qual è la squadra che secondo lei si è mossa meglio? «Non ci sono stati grandi movimenti, più o meno tutti hanno cercato di confermare i propri talenti. I movimenti sono stati condizionati dagli ingaggi, i giocatori forti guadagnano molto: quello è il nodo». Quindi? «Credo che alla fine sia stata proprio la Juve. Ma anche la Lazio ha fatto bene, riconfermando buona parte dell'organico». È una Roma più forte? «Se riusciamo a recuperare giocatori importanti che lo scorso anno non si sono espressi come avrebbero dovuto, saremo competitivi». I nomi prego. «Delvecchio e Montella per esempio». Già, ma qui riemerge la distonia con Sensi: lui Delvecchio lo ha messo alla porta. «Non voglio fare polemiche, sono qui per allenare». Quindi se Delvecchio e Montella tornano quelli di un tempo non serve comprare un altro attaccante? «Comperare tanto per farlo, non avrebbe senso. Intanto abbiamo centrato un obiettivo, il primo della lista». E gli altri? «Abbiamo una lista». E dalla lista c'è anche qualche nome in meno: Cafu tanto per dirne uno. «E' un grande giocatore e professionista, gli auguro ancora tanti anni di successi» Preoccupato di non averlo più? «Grande rispetto e stima, ma la Roma deve fare la Roma anche senza Cafu, Aldair e tutti quelli che non ci sono più». Ha mai pensato che Totti potesse andar via? «Lui è un giocatore molto importate per la Roma e per la città. Non credo che Totti almeno per quest'anno possa andar via. Certo, come tutti i grandi giocatori ha delle grandi ambizioni, vuole vincere e giocare in una squadra che glielo permetta. Credo fosse questo il succo del suo sfogo in Nazionale. Guardate Riva, grande campione, rimasto però legato al suo Cagliari: se fosse andato a una grande squadra di Milano o Torino avrebbe sicuramente vinto di più. Ma queste sono decisione che ognuno deve prendere da solo». Sorpreso della squalifica di Cassano? «No, perché quello che ha fatto è troppo grave: anche se in quel momento c'era tanta tensione in campo... e il tutto dopo un errore arbitrale». Già gli arbitri, hanno ammesso di aver sbagliato con la Roma. «Quello che c'era da dire lo hanno detto loro. Noi non chiediamo nulla, solo che facciano gli arbitri». Consigli per la società? «Magari evitare polemiche inutili». Calcio nel caos: cosa serve? «La confusione è evidente, ma non saprei

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