Mentre il Tar conferma il Catania in B il presidente della Federazione reagisce
Carraro: «Non mi dimetto» Gaucci jr fermo 10 mesi
Come presidente della Figc mi sento oggettivamente responsabile della situazione, però c'è ancora tanto da fare e le prossime elezioni ci saranno nel 2004». La risposta alle indignazioni sul verdetto inappellabile della Caf che ha rispedito in C1 il Catania per il caso Grieco è arrivata in un afoso pomeriggio romano. Dalla sede federale di via Allegri, Franco Carraro respinge gli inviti a gettare la spugna provenienti da un lotto trasversale di politici capeggiato da un tifoso doc come Ignazio La Russa e rilancia la sfida ad un calcio che, negli ultimi tempi, ha dimenticato la clausola compromissoria per intasare i tribunali ordinari di ricorsi e controricorsi. Presentando alla stampa un comunicato approvato dai due vice-presidenti Mazzini ed Abete, il capo della Federcalcio invita a stemperare i toni della polemica e, soprattutto, a ristabilire l'autonomia organizzativa e funzionale dello sport. «Pensiamo che queste vicende - ha dichiarato Carraro, pensando innanzitutto al Catania e alla Salernitana - sicuramente complesse possano trovare una sollecita e definitiva chiusura nell'ambito della Camera di Conciliazione ed Arbitrato del Coni, alla quale società e tesserati possono rivolgersi una volta esauriti i gradi di giudizio federale». E poco importa che il super lavoro dell'organismo del Foro Italico possa far slittare a data da destinarsi l'uscita dei calendari di A e B, prevista per il 31 luglio: l'importante è che siano le istituzioni del calcio a trattare la materia e non la magistratura ordinaria, alla quale al momento ha rinunciato il Cosenza in attesa di ulteriori sviluppi. Le stilettate quotidiane di Luciano Gaucci non smuovono la compattezza di Carraro, che parla, usando una espressione cara ai latini, con la diligenza del buon padre di famiglia: «Il patron del Perugia capisce di calcio e talvolta è esuberante, però il mio ruolo mi impone di non aver alcuna reazione emotiva anche di fronte ad attacchi ingenerosi: dobbiamo avere tutti più calma e freddezza». Carraro non è però rimasto impassibile di fronte alle accuse più o meno velate di aver influenzato il verdetto della Caf per una vendetta verso il Catania: «Ciascuno può avere le proprie idee sulla capacità o la competenza dei dirigenti federali, però non può essere accettato il teorema di chi pensa che un organo della giustizia sportiva possa agire su impulsi esterni. Combatteremo queste illazioni in tutte le sedi e nelle dovute maniere». Intanto per il Tar della Sicilia è inefficace la sentenza della Caf che ha portato alla retrocessione in serie C della società siciliana. Lo sostiene il Catania in una nota: «Il presidente della seconda sezione del Tar della Sicilia - si legge nel comunicato - con decreto del 17 luglio 2003 ha ordinato la riammissione senza condizioni del Catania calcio spa al campionato di serie B 2003-04 nominando, per il caso di inadempienza degli organi preposti, commissario ad acta il prefetto di Roma Emilio Del Mese e il consigliere Carlo Modica De Mohac». Durissima la reazione di Riccardo Gaucci: «Sono stato condannato ad 80 mila euro di multa e a 10 mesi di squalifica solo perchè difendo la mia squadra, che ha ottenuto ragione in tutte le sedi giuridiche. Faremo di tutto, anche una denuncia penale - ha aggiunto Riccardo Gaucci - forse smetterò di fare calcio ma con la coscienza pulita ed il Catania in serie B. Assieme a me però anche Carraro deve smettere di fare il padrone del calcio italiano». Alla prossima puntata.