Doping La Federcalcio vara i test sangue-urine

È quella che proverà a dare il calcio italiano a partire dalla prossima stagione. Dal 31 agosto saranno avviati controlli antidoping incrociati sangue e urine. Lo ha annunciato il presidente della Figc Franco Carraro durante la conferenza stampa che ha fatto da prologo alla visita in federcalcio del presidente della commissione medica della Fifa Michel D'Hooghe. Il numero uno della Figc ha comunicato che i dettagli per i nuovi test verranno definiti nella riunione del Consiglio Federale del 31 luglio. Carraro ha anche anticipato che entro il 2003, dopo i lavori per l'ammodernamento del laboratorio dell'Acqua Acetosa, saranno anche introdotti test per l'individuazione dell'Epo dalle urine. «I controlli antidoping - ha dichiarato Carraro - saranno quelli tradizionali e quelli atti a individuare e perseguire l'Epo. I controlli svolti ogni anno sono oltre 5mila, il 55% dei controlli che vengono svolti in tutti gli sport. Ora punteremo sui controlli per l'Epo attraverso le urine. Quello che è emerso sul piano concreto è che c'è da parte di tutta l'organizzazione la volontà e la decisione di combattere il doping. Andremo avanti anche qualora dovesse venir fuori qualche altra sostanza proibita. Non ci fermeremo, andiamo avanti con la nuova tecnologia». Come detto per i dettagli bisognerà ancora aspettare un paio di settimane, ma il presidente federale ha lasciato intendere quali saranno le linee guida del nuovo progetto. Verranno aggiunti 12 controlli rispetto ai 31 tradizionali che si effettuano ogni week-end in serie A e B. Di questi 12 test in più, quattro saranno incrociati (sangue-urine), mentre otto saranno solo di carattere ematico. Un eventuale controllo delle urine si renderà necessario solo se dopo il controllo del sangue dovessero essere individuati valori sospetti. L'iniziativa della Federcalcio è stata accolta con soddisfazione sia dai calciatori, rappresentati dal professor Volpi, che dallo stesso D'Hooghe. «L'Italia è un paese all'avanguardia nella lotta al doping. Proprio per questo il progetto della Federcalcio sarà un progetto «pilota». Se, come credo, darà buoi frutti sarà da esempio per tutta Europa». Infine il Presidente della Commissione Medica della Fifa ha annunciato che la stessa Fifa non intenderà aderire al protocollo della Wada (l'agenzia mondiale antidoping) per quello che riguarda le sanzioni comminate agli atleti che risultano positivi. «Bisogna esaminare caso per caso - ha detto D'Hooghe - e comunque ci vogliono sanzioni commisurate. Così come può variare la quantità di sostanze proibite nell'organismo dell'atleta, così deve poter variare la pena». «E in ogni caso - ha aggiunto il belga - un atleta deve sempre poter avere la possibilità di chiedere un arbitrato al Tas, il tribunale internazionale dello sport a Losanna».