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Il piano-stipendi divide la squadra. Mihajlovic: «Se non firmano tutti stracciamo l'accordo»

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I problemi non mancano, nonostante la salvezza ottenuta grazie al piano-Baraldi che paradossalmente oggi blocca la crescita della squadra. Chi ieri ha firmato il piano salva-Lazio, oggi ritiene in cuor suo di poter rivendicare i propri diritti, di vantare un credito nei confronti della dirigenza, di dettare le regole del gioco. Da una parte sulla scialuppa di salvataggio c'è chi ha sempre remato dalla stessa parte per trascinare verso un approdo sicuro la società; dall'altra c'è chi vorrebbe restare a bordo pur tenendo le braccia incrociate e rimanendo immobile di fronte ai sacrifici altrui. Chi ha fatto un passo indietro ora pretende che anche gli altri si adeguino di conseguenza. Le parole di Mihajlovic non hanno bisogno di ulteriori chiarimenti: «È necessario trovare una soluzione anche se personalmente accetterei l'eccezionalità di Stam che può farci fare il salto di qualità. Se non si risolve la situazione al più presto l'atmosfera all'interno dello spogliatoio rischia di essere rovinata». Ci sono altre soluzioni? «Se si va avanti di questo passo allora stracciamo firme e contratti del piano-Baraldi». Il messaggio di Mihajlovic è ben chiaro. I primi sintomi di insofferenza si sono avvertiti in Sardegna, quando a nome della squadra un portavoce ha chiesto al tecnico di far fronte alla scomoda situazione. L'allenatore jesino ha temporeggiato cercando di fare leva sullo spirito di gruppo che ha contraddistinto la passata stagione dei biancocelesti. Ma le quotazioni del Mancio all'interno dello spogliatoio sembrano scese dopo l'estate: il tecnico, dopo aver assunto la carica di allenatore-manager e aver sottoscritto un contratto che va decisamente in controtendenza rispetto alle politiche economiche del club, ha perso decisamente quota. Avvezzo a navigare in acque pericolose, Mancini cercherà di gettare acqua sul fuoco per spegnere i primi incendi all'interno dello spogliatoio. Che ieri s'è confrontato in modo serrato: due ore di faccia a faccia, anche duro, per cercare di dirimere il nodo. Sarebbero volate anche parole grosse, prima d'una schiarita importante. Sta di fatto che tra il malumore generale spuntano le dichiarazioni di Corradi che ieri ha firmato il suo nuovo contratto con la Lazio fino al 2008 dopo aver aderito al piano-Baraldi. «La conferma di Mancini e i programmi societari mi hanno spinto a firmare il nuovo accordo - ha dichiarato il bomber senese al termine dell'allenamento - in precedenza c'erano state delle incomprensioni tra il sottoscritto e Baraldi, ma tra persone intellingenti si trova sempre una soluzione giusta. È inutile negare che ci siano dei problemi da risolvere, ma devono essere risolti da squadra: nella passata stagione la nostra forza è stata quella di confrontarci quotidianamente. Ora è arrivato il momento di guardarci negli occhi e parlare per cercare di uscire da questa situazione: la priorità del collettivo deve essere messa davanti al singolo». Ieri Baraldi era a Vigo di Fassa per parlare con la squadra: l'intenzione della dirigenza laziale è quella di convincere i quattro giocatori a firmare il piano. Se l'amministratore delegato non riuscirà ad ottenere il suo intento, la parola finale spetterebbe al gruppo, la decisione finale verrebbe presa all'interno dello spogliatoio. E Mancini? Accetterebbe l'eventuale chiusura del gruppo nei confronti di Stam, Lopez, Chiesa e Colonnese? I sogni delle grandi società del nord verrebbero alimentati da una situazione quantomai imbarazzante. Nei prossimi giorni la squadra tornerà a confrontarsi per cercare di risolvere un rebus che sembra una bomba ad orologeria.

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