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di MARCO GRASSI ALESSANDRO Dinamite Petacchi lo abbatteranno prima o poi.

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4 su 4, media da cecchino: ogni volta che ha fatto una volata non c'è stato scampo per chicchessia. Solo a Sedan Alessandro ha accusato un passaggio a vuoto, staccandosi su una salitella e mancando lo sprint. Ieri, a dire la verità, ha rischiato di ripetere l'ingloriosa debacle, sulla Côte de Lozanne, a 23 km dalla fine: ha scollinato per ultimo, attaccato coi denti al gruppo dei migliori, e dopo il traguardo ha lungamente ringraziato il compagno Loda: «Mi ha incitato a non mollare e mi ha riportato in testa al gruppo». Ma per i ragazzi della Fassa Bortolo queste sono sciocchezzuole, quale fatica volete che si senta lavorando per un tipo che non sbaglia un colpo, vince sempre e porta a casa una montagna di dobloni (i premi da spartire con tutta la squadra). Siccome poi non è uno che si accontenta, Petacchi, ieri ha pure conquistato la maglia verde della classifica a punti, che il giorno prima gli era sfuggita per un solo punticino. Il vecchio proprietario della verde, McEwen, è caduto insieme a Zabel a 8 km dal traguardo, scivolando in curva. I due non sono più rientrati, ma non siamo certi che, se ci fossero stati, avrebbero variato di molto lo spartito suonato dal ligure: ripresi dal gruppo, ai 500 metri, O'Grady e Geslin (in fuga da 200 km!), Petacchi si è ritrovato chiuso ai 300, e ha dovuto svirgolare sulla sinistra per trovare un varco, ma quando ha imboccato il binario giusto non l'hanno più visto: ha preso la testa, staccandosi tutti di ruota e tornando poi verso il centro della strada. Negli ultimi metri, siccome stava vincendo per distacco, ha pure smesso di pedalare, come a non voler spendersi più di tanto. Oggi si sale, i 230 km tra Lione e Morzine prevedono nel finale il Col de la Ramaz, un prima categoria alpino che fungerà da antipasto per l'Alpe d'Huez di domani. Simoni è vivamente atteso all'impresa.

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