Storica maglia gialla per Peña, primo colombiano ad indossarla. Affonda la Saeco di Simoni staccata di tre minuti. Tra gli italiani si salva Garzelli Oggi tappa per velocisti: Petacchi insegue il tris

Il più amato dagli italiani, l'uomo che vorrebbe spodestare Lance Armstrong dal trono del Tour, fa i conti con la prima dolorosa verità sbattutagli in faccia dalla Grande Boucle. Una verità che alla vigilia il trentino non voleva nemmeno prendere in esame, ma che ora brucia più del sole che scioglie l'asfalto sotto i copertoncini: la Saeco è affondata nella cronosquadre di Saint-Dizier, ha accumulato un ritardo che non era (almeno ufficialmente) nelle previsioni, dovrà da oggi in avanti ripensare la sua tattica di corsa, perché non basterà più attaccare, ma occorrerà scavare solchi in montagna, considerando anche le due crono individuali che favoriranno ulteriormente il texano. Simoni, forse galvanizzato dal suo ottimo prologo (in cui pagò appena 6" ad Armstrong), si era sbilanciato: «Vinceremo la cronosquadre». Le cose non sono per niente andate come nei sogni di Gilberto. Un'ora, 21 minuti e 29 secondi, tanto ha impiegato la Saeco per coprire i 69 chilometri della prova, e questo tempo la classifica al 17o posto della prova, a ben 3'02" dalla Us Postal. Sì, perché, ad aggiungere beffa al danno, a vincere la crono è stata proprio la squadra di Lance: in ritardo di 6 e 7 secondi ai primi due intertempi (km 21 e 44) rispetto agli spagnoli della Once, gli uomini del texano hanno dato fondo alle proprie energie tra il km 44 e il 59, recuperando in 15 chilometri la bellezza di 24"; e nel rush finale gli Us Postal hanno accumulato altri 13" sugli Once. Tattica perfetta, che ha portato gli americani a dare il meglio nella seconda parte della gara, e che lancia il colombiano Victor Hugo Peña al primo posto della classifica: è la prima volta per un colombiano in maglia gialla. I 30" di ritardo della Once e i 43" del Team Bianchi (Ullrich), squadre infarcite di specialisti, dà l'esatta misura dell'impresa della Us Postal, inavvicinabile. E in classifica generale Lance, a 1" da Peña, ne ha 32 su Beloki e addirittura 3'08" su Simoni. Tra gli italiani, buon lavoro di Garzelli e compagni, che con la Vini Caldirola hanno chiuso al settimo posto a 1'32" da Armstrong e Peña. Oggi, dopo la grande fatica della cronosquadre, si torna a «rilassarsi», in una tappa aperta a qualche fuga da lontano o all'epilogo allo sprint: da Troyes a Nevers, 196 chilometri al termine dei quali non ci dispiacerebbe applaudire per la terza volta Petacchi.