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Ironico, pungente, determinato: il presidente rilancia: «Il rumeno è una prima scelta» «Nessuna rivincita, Lucio è stato meno intelligente e quindi resta solo. Per lui non soffro»

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Sensi: «Ora la Roma è grandissima»

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Di fatto si è trasformata nell'ennesimo sfogo del presidente Sensi. Tanti i sassolini che il massimo dirigente ha voglia di togliersi quando esterna i suoi pensieri, così tanti da essere tenuto qualche volta a freno da dirigenti e membri della famiglia. Il numero uno di Trigoria ha voluto personalmente accompagnare il giocatore in sala stampa ed è apparso decisamente carico, quasi adrenalinico, nervoso per qualche situazione che ancora non gira per il verso giusto, ma in ogni caso orgoglioso del nuovo gioiello regalato alla squadra, senza nascondersi nel dare frecciate a tutti. «Chivu è un grande campione ed un rinforzo importante. Lasciatemi dire che sono contento di aver concluso positivamente e senza interferenze questa trattativa». Queste le parole di circostanza per dare il benvenuto al rumeno. Poi il discorso scivola sulla Roma che ha trovato sulla sua strada delle oggettive difficoltà sul mercato anche con manovre di disturbo. Prima Legrottaglie, poi le interferenze di varia natura con Lucio. Senza dimenticare le schermaglie con il Palazzo e le squadre del nord, Juventus in primis. Parlando di Chivu però Sensi tira fuori la grinta, sbatte i pugni sul tavolo e comincia a difendere la sua Roma ed il suo lavoro di presidente. «La Roma non è mai stata accerchiata. Ho solo fatto una trattativa con Legrottaglie e lo abbiamo perso, ma è una cosa di commercio, libero mercato. Non abbiamo sofferto nulla sia nella trattativa per Lucio che per quella di Chivu, ho fatto tutto spontaneamente senza nessuna remora e con libertà di azione. C'è qualche difficoltà con il mercato, ma è un problema occasionale, non di soldi. Economicamente non ho niente da dire con nessuno». In ogni caso l'acquisto del forte difensore rumeno suona alle orecchie dei tifosi come una bella rivincita dopo le ultime vicissitudini. «È un acquisto naturale, avvenuto contemporaneamente alle trattative che avevamo con Lucio, poi il destino ha voluto che scegliessimo il rumeno, ma in maniera volontaria». Acquisto voluto dal presidente quindi e Capello? «A dire la verità io non ho sentito nessuno, solo il mio consulente di mercato ed il procuratore e basta. Baldini è andato sù e abbiamo chiuso subito». Insomma, l'ennesima occasione per dare una stoccatina anche al tecnico giallorosso che, nonostante tutto, continua nella sua condizione di separato in casa. Ora, messa a punto la difesa, è tempo di pensare all'acquisto di un centravanti, magari di quelli forti che possono fare la differenza. «È un nostro obiettivo, speriamo di riuscirci. Morientes? No, l'attaccante lo scegliamo noi, non la stampa». La Roma, acquistando Chivu, ha messo a segno un acquisto dal nome altisonante, un grande difensore, ed ora gli alibi diventano ben pochi per la prossima stagione che dovrebbe essere quella del riscatto giallorosso. «Me lo auguro di cuore, questo lo sa solo Dio, ma speriamo di essere tra i protagonisti. In ogni caso vorrei ricordarvi che anche lo scorso anno eravamo forti, e mi fermo qui...». Giorni fa il presidente aveva, in maniera avventata, annunciato l'acquisto di Lucio, poi sono sopraggiunte difficoltà, la volontà del giocatore di guadagnare il giusto, richieste di aumenti da parte del Bayer Leverkusen e problemi di elasticità mentale da parte dell'Atleta di Cristo e, a questo punto anche del suo procuratore, che ha prima rallentato e quindi complicato una trattativa che sembrava davvero finito in archivio con reciproca soddisfazione delle parti. Anche per la situazione legata al brasiliano, il sassolino dalla scarpa del numero uno giallorosso è bello che tolto. «Abbiamo portato avanti le due trattative in contemporanea, alla fine Chivu è stato più intelligente e Lucio rimane dov'è». Un messaggio chiaro, incisivo, eloquente. Diretto. Come il senso d'una scommessa rinnovata, davanti agli occhi della gente e d'una concorrenza rimasta spiazzata dalla tempestività giallorossa. In cassaforte c'è finito un calib

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