Il presidente Sensi alla riscossa nonostante le trappole
Ma prescindendo da come verrà limata la sontuosa trattativa di Baldini ad Amsterdam, e da cosa garantirà l'asso già targato Ajax per rasserenare i sostenitori romanisti, bisognerebbe subito applaudire lo sforzo prodotto nonostante troppe trappole. Al contrario, ogni voltafaccia o gioco speculativo ha rallegrato fin qui il partito dei nemici di Sensi, quasi risultasse irrinunciabile sgretolarne sempre più l'attendibilità dopo quelle sue picconate sopra l'organizzazione dominante. Certo, faceva comodo un po' ovunque propagandare l'immagine dell'imprenditore stremato, chiacchierone e indebitato, mentre paradossalmente scarseggiavano i garanti di Trigoria perfino nella nostra capitale causa goffe manovre destabilizzanti. Quante volte ascoltammo allarmi riguardanti l'improvvisa povertà determinata dalle pretese di resistere competitivi fra i potenti, ambizione ritenuta ridicola sullo sfondo d'una sofferta iscrizione al prossimo campionato? L'accanimento mediatico osava proporre l'alternativa Toti e altre soluzioni poco affidabili, volendo rafforzare il teorema d'un Sensi capace solo di promettere senza mantenere; di millantare senza evitare il paventato ridimensionamento. E lui metabolizzava paziente, salvo deplorare l'ingratitudine rugantina o sbottare qualche volta davanti ai provocatori alleprati dal fallimento della telenovela-Lucio. Poi, l'anomala campagna abbonamenti, parve annunciare l'impopolarità che stava caratterizzando l'attuale Roma e l'irreversibile declino del suo primo tifoso. Stanco d'accuse immeritate e di sgambetti volgari, Franco Sensi ha centrato il blitz che vagheggiava da tempo. Ha preso un campione autentico, cui l'Inter puntò a lungo senza proporre l'offerta decisiva. Siete contenti, tifosi di poca fede? Vi scandalizzerete moralisti che raccontavate l'indigenza capitolina? L'operazione-Chivu, talento mancino preferibile al reclamizzato Lucio (maggiore grinta e velocità nelle chiusure, minore attitudine nell'impostare quale esterno creativo), evoca i pazzi investimenti dell'Eldorado calcistico trapassato, subito dietro Beckham per importanza economica. Però serviva. Però rende pressoché imperforabile il reparto di Panucci, Samuel e Candela, supportato dal filtro e dalle ripartenze griffate Dacourt, Emerson e Tommasi. Più complicato capire chi finalizzerà davanti ai gioielli Totti e Cassano, anche se Ibrahimovic dovrebbe diventare presto catturabile lungo la corsia preferenziale Ajax-Roma. Intanto Sensi, grazie al patrimonio personale, torna grande guida dell'unico club attrezzato per impaurire i soliti ricchi. E per galvanizzare Fabio Capello, cui toccherà uno spogliatoio eventualmente turbato dall'avviata spalmatura degli stipendi. Quanto a Lucio, lasciate che resti deluso nell'opprimente Leverkusen.