di MARCO GRASSI È IL TOUR dei coraggiosi.

Tyler Hamilton due giorni fa è caduto all'arrivo di Meaux, così come altre decine di corridori. A lui è andata peggio, e si è fratturato la clavicola: roba da farsi almeno 20 giorni di riposo. Per Hamilton avrebbe significato rinunciare, forse definitivamente (ha 32 anni, non è il più fresco dei virgulti), al sogno di vincere un Tour, lui che ha speso quattro quinti di carriera a fare il gregario di Armstrong. E allora, piuttosto che gettare la spugna in maniera così malinconica, Hamilton ha voluto giocare il tutto per tutto: è risalito in bici, e ieri mattina, imbustato in una fasciatura rigida, ha preso il via. Con la clavicola fratturata, proprio così. Ha preso il via e ha resistito bene, insieme ai migliori; non sappiamo come andrà a finire il suo Tour, ma per ora la sua impresa è tra le più belle della stagione. Bravo anche Jimmy Casper, pure lui coinvolto nella caduta di domenica: ha corso per tutta la tappa con un collare rigido e nonostante ciò è arrivato in fondo, pur se in ritardo. L'altro coraggioso di cui ci piace parlare è Frédéric Finot, giovane francese andato in fuga insieme al connazionale Lilian Jegou dopo appena 5 km. I due hanno accumulato fino a oltre 11' di vantaggio sul gruppo, ma si sa come vanno queste cose: quando dietro decidono di tirare davvero, per gli attaccanti non c'è scampo. Finot ha dimostrato di non essere d'accordo con quest'assunto del ciclismo: a 50 dalla fine, resosi conto che Jegou aveva appena il fiato per respirare, lo ha staccato su uno strappetto e se ne è andato da solo. E mentre l'altro (che in precedenza era caduto dopo aver urtato una moto, e stava per essere investito da un'auto della giuria, finita fuori strada per evitarlo di un paio di centimetri) veniva riassorbito dal plotone, Finot ha continuato a tenere alto il ritmo, conservando 4'30" di vantaggio ai 20 km, 3'30" ai 15 e 2'40" ai 10. Poteva farcela, se non ci fosse stata una salitella tagliagambe a 7 km dalla fine. Lì Finot finì (come titolerebbe Groucho Marx), vedendo quasi annullarsi il margine su un gruppo messo alla frusta da Paolo Bettini e i suoi. Ma, pur con pochi secondi sugli inseguitori, solo a 2 km dal termine il francesino ha mollato. Da lì in poi è stata volata. Petacchi non c'era, attardatosi sulla salitella, allora sono stati i FDJeux a organizzare la festa. L'australiano McGee (maglia gialla) è scattato per allungare il gruppo, e allo sprint il suo compagno e connazionale Baden Cooke ha messo tutti in fila, vincendo davanti a Jean-Patrick Nazon e Kirsipuu. Bettini ha chiuso settimo, Di Luca, in preda alla febbre, è arrivato in ampio ritardo, insieme a Baldato (che aveva forato), Andriotto e Milesi, caduti. Oggi la terza tappa (Charleville-Saint Dizier di 167 chilometri) riproporrà un arrivo da velocisti, ma il pensiero di tutti sarà già rivolto alla cronosquadre di domani.