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Serena si conferma regina di Wimbledon

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Purtroppo, come si temeva, anche la finale di ieri, che Serena ha vinto in tre sets che hanno richiesto due ore e tre minuti, non ha fatto eccezioni. Questa volta le due sorelle ma in particolare Venus hanno una giustificazione perché sul campo è apparso evidente come la maggiore non fosse in grado di difendere le sue possibilità a causa di uno stiramento all'addome che l'aveva quasi costretta all'abbandono nella semifinale contro Kim Clijsters. Le incerte condizioni di Venus, la cui presenza in campo era stata addirittura messa in dubbio, hanno probabilmente influito anche sul rendimento di Serena, che ha iniziato malissimo l'incontro trovandosi rapidamente 0 a 3 e costretta addirittura ad annullare quattro palle per lo 0 a 4. Due doppi falli di Venus, oltre ad essere un segnale della diminuita efficienza fisica della campionessa, consentivano a Serena di recuperare sul 3 pari ma non impedivano a Venus di incamerare il primo set per 6-4. Il gioco era davvero modesto. Nei primi cinque giochi del secondo set si registravano ben quattro breaks e Serena ne usciva in testa per 4 a 1. Allungava sul 5 a 1 nell'unico momento in cui le due sorelle riuscivano a giocare un tennis accettabile, in alcuni colpi straordinario. Venus spendeva le sue ultime energie recuperando fino al 5 a 4 ma Serena chiudeva il set per 6-4. Sull'1 a 0 (con un break) per Serena nel terzo set, Venus lasciava il campo per farsi assistere dalla fisioterapista. Il tipo di infortunio lasciava poco spazio ad interventi riparatori ed infatti laz partita si avviava al suo scontato destino. Venus chiudeva con otto doppi falli ed un ace, una fotografia parziale ma eloquente della sua menomazione. Serena vinceva il suo secondo titolo a Wimbledon, il sesto nelle prove del Grande Slam riaffermando la sua superiorità non tanto sulla sorella (battuta a questo punto nelle ultime sei sfide) ma su tutto il tennis femminile. Oggi si chiude con la finale del singolare maschile che promette, almeno sulla carta, maggiori emozioni e miglior spettacolo. Sia lo svizzero Roger Federer che l'australiano Mark Philippoussis sono giocatori che hanno dimostrato di giocar bene sull'erba. Entrambi avevano dimostrato le loro qualità in questo torneo, Philippoussis quando era stato costretto a ritirarsi contro Sampras dopo aver vinto il primo set nei quarti di finale del 1999, Federer battendo addirittura lo stesso Sampras due anni fa. A giudicare l'impressione suscitata dai due giocatori nelle semifinali si è portati a giudicare favorito Federer che contro Roddick ha giocato un tennis straordinario ma Philippoussis ha nel servizio un'arma micidiale. I precedenti sono di due vittorie a una per Federer ma l'australiano ha vinto due mesi fa l'ultimo confronto diretto sulla terra ad Amburgo. In ogni caso ci si attende una finale migliore di quella femminile ma anche di quella che l'anno scorso ha visto Hewitt dominare l'argentino Nalbandian. Chiunque vinca conquisterà il primo titolo del Grande Slam della carriera. Philippoussis ha perduto la finale dell'Open degli Stati Uniti contro il connazionale Pat Rafter nel 1998, Federer invece non era mai andato oltre i quarti di finale, raggiunti peraltro due sole volte. In definitiva si tratta di vedere se domani nascerà un campione (Federer) e ne avremo recuperato uno che sembrava perduto (Philippoussis). Dovendo scegliere dico Federer ma il libro d'oro è salvo comunque.

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