di PIETRO ZANARDI MAGNY COURS — Il massimo dal minimo perchè raschiando il barile un ...
Per Schumi deve iniziare ad essere davvero complicato convivere con gomme che fanno viaggiare lenti a tal punto da zavorrargli anche il talento, per la Ferrari invece sembra dura ricucire il gap che lamentano le Bridgestone sulla concorrenza francese. È sempre più Michael contro Michelin questa seconda fetta di Mondiale che rischia alla Ferrari di sfuggire di mano e alla casa nipponica di sgonfiarsi in fretta. Schumi sarà anche un uomo di gomma, le difficoltà gli rimbalzano e prova a scansarle spesso con successo ma iniziano ad essere davvero tanti i problemi, soprattutto si fa sconfortante la differenza di qualità - sugli asfalti abrasivi e veloci di Magny Cours - delle Michelin che ieri hanno fatto volare in prima fila le Williams, pronte a ruggire di nuovo e a mettere paura ad un Cavallino che pare zoppo e insicuro. Se Schumi è lì, ancorato alla seconda fila (con 461 millesimi di ritardo) e ad un terzo posto mai così benedetto, è perchè ancora in Formula 1 il «circo» lo porta avanti con destrezza e numeri speciali chi si mette al volante e non solo chi progetta motori o pneumatici. Davanti a lui ci sarà oggi al via del Gp di Francia il fratello Ralf che, con un giro perfetto e una acquisita fedeltà dei propri mezzi, ha messo ancora una volta in riga l'odiato compagno di squadra Pablo Montoya per 0"117 ottenendo la sua pole numero tre in carriera (la seconda stagionale, peraltro consecutiva). Ma quello che conta di più, anche ai fini della classifica e delle strategie di corsa, è che il ferrarista sia riuscito ad ottenere lo spazio e il tempo sufficiente, un paio di battiti di ciglia, per tenere a distanza la McLaren di Raikkonen, quarto (terza fila per il compagno di scuderia Coulthard e la Renault di Trulli). Schumi è circondato dai suoi inseguitori, il fratello Ralf non nasconde ambizioni iridate ora che ha preso il via, il finnico lo bracca silenzioso e dopo il rovinoso flop del Canada, ha il dente avvelenato. E per questa avventura che sembra dare davvero poche chance alle Ferrari, Schumi non può contare affatto sul suo scudiero Barrichello. Preceduto da Alonso, il brasiliano, dopo un significatico sovrasterzo, si è lasciato abbandonare ad un ottavo posto (ad oltre un secondo dai primi) che fa pensare o a strategie diverse tra le due F2003-GA oppure a qualità di guida contrapposte. Si ipotizza una Ferrari tedesca dagli assetti scarichi che lasciano presagire anche tre pit stop. A Magny Cours sorpassare è una rarità e solo ai box è possibile guadagnare posizioni ma bisogna viaggiare veloci e la macchina scarica può essere la mossa della scuderia di Maranello. «Noi siamo dove ci aspettavamo. L'anno scorso è andata meglio - dice Schumacher -. Ma siamo molto vicini e non vedo l'ora di duellare. Montoya? Non mi preoccupa. Il vero problema è che le scuderie rivali sono migliorati».