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di FRANCO BOVAIO LE VOCI di un possibile scambio tra Roma e Lazio sembrano non piacere proprio a nessuno.

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Era l'estate 1981 quando il romanista De Nadai passò in biancoceleste in cambio di Perrone. Il primo era un esterno già conosciuto, il secondo un giovane libero che, però, alla Roma non ebbe fortuna, tanto che alla fine della stagione tornò alla casa madre. Nella Lazio, invece, De Nadai restò più di un campionato. Al di là di quella operazione, però, la storia ha conosciuto passaggi diretti di giocatori dall'una all'altra squadra. Citiamo l'operazione Selmosson, svedese che la Roma acquistò dalla Lazio nell'estate del '58 provocando la sollevazione dei tifosi biancocelesti. Ma anche dell'affare Cordova, capitano romanista che, per ripicca verso Anzalone, rifiutò la cessione al Verona e, per non muoversi da Roma, passò dall'altra parte del Tevere. Prima di lui un altro romanista, Attilio Ferraris, finì direttamente in biancoceleste nel 1934 suscitando scandalo tra i suoi vecchi tifosi che, alla sua prima uscita a Testaccio con il biancoceleste, gli gridarono «venduto, venduto». Due anni dopo il grande Attilio tornò romanista e tutto fu dimenticato. Oltre a loro solo altri tre calciatori sono stati protagonisti del passaggio diretto dall'una all'altra squadra: Ferri dalla Lazio alla Roma (1948); Ziroli (1929) e Petrelli (1972) dal giallorosso al biancoceleste, con il secondo che poi divenne campione d'Italia nella Lazio di Maestrelli.

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