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IL «NO» risuona categorico.

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«Scambi con la Roma? Assolutamente no», e stavolta la ridondanza ha un effetto voluto per enfatizzare il grido-imperativo degli Irriducibili, gruppo storico della Curva biancoceleste, irriducibili nell'accezione ampia del termine, anche nel senso di strenui difensori delle tradizioni. «Ipotesi del genere non si possono prendere in considerazione. E tirare in ballo il provincialismo è ridicolo: non vogliamo perdere il rispetto per l'antichità e omologarci al calcio moderno. Insomma non possono travolgere anche gli ultimi principi che ci tengono legati al passato. Non sappiamo chi abbia partorito questa idea, ma chi l'ha fatto sta perdendo lucidità». Il messaggio della Nord arriva forte e chiaro a squarciare quell'orizzonte animato da una voce che è qualcosa in più (Antonioli-Manfredini, ma resistono le idee-Dino Baggio e Baronio) e alimenta il malcontento di tutto il popolo biancoceleste. Il tam-tam radiofonico è incessante e regala una verità assoluta: niente affari tra Lazio e Roma. «Non potremmo vedere un giocatore giallorosso con la nostra maglia», recita il messaggio-cult. Che sarà pure stereotipato o provinciale, ma mette tutti d'accordo, confinando le eccezioni, poche, in un angusto e solitario angolo. Fab. Mar.

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