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Il tecnico del Camerun: volevo sostituirlo

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«Insieme al medico pensavo che il giocatore sembrava a corto di energie — ha dichiarato l'allenatore — e gli abbiamo fatto sapere che volevamo sostituirlo per immettere forze fresche, ma lui ci ha risposto di no. Ci ha detto di stare bene e di voler restare per portarci in finale». «Un paio di minuti dopo ha avuto il collasso»: ha ricordato Schaefer. Il Camerun, che ha vinto l'incontro con la Colombia, disputerà stasera a Parigi la finale della Confederation Cup con la Francia (ore 21, diretta Super3). La Fifa ha autorizzato i giocatori africani a indossare una maglia con il nome di Foe. Intanto la Turchia ha chiuso al terzo posto. Nella finale di consolazione ha battuto per 2-1 la Colombia con gol di Tunkay, Ylmaz e Hernandez per i sudamericani. «Per salvare Marc Vivien Foe, sarebbe bastato un banale defibrillatore». È il parere del professor Francesco Furlanello. I primi risultati dell'autopsia, infatti, sembrano escludere un evento cerebrale. Il caso del giocatore del Camerun e del Manchester City, morto improvvisamente due giorni fa in Francia durante una partita, sarà al centro del Convegno sui problemi medici nell'attività sportiva, in programma il 4 e 5 luglio a Uliveto Terme. «Da quanto si sa dall'autopsia e da quanto si capisce dagli stessi filmati tv — afferma Furlanello, che ha studiato 56 casi di morte improvvisa su un totale di 2.700 atleti con aritmie cardiache — sembra proprio trattarsi di un classico episodio di morte improvvisa cardiaca. Cioè, non c'è alcuna anomalia fisica e nessuna causa esterna. Semplicemente il cuore dell'atleta d'un tratto si è arrestato, come capitò al perugino Renato Curi e allo stesso Lionello Manfredonia».

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