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Dopo l'exploit di Barcellona Loris centra il record della pista. Nella 250 miglior tempo per Poggiali. Pedrosa precede De Angelis nella classe più piccola (ore 12.15, Italia 1)

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P.d'Olanda. Quando sembrava a un passo dall'ennesima pole position ecco l'uno-due dei rivali di sempre Capirossi e Biaggi. Così oggi nella gara più attesa, quella della MotoGp, il campione del mondo partirà al terzo posto della griglia. L'imolese della Ducati è stato il primo a disintegrare il muro dei due minuti con un giro pennellato con grinta che ha coronato il lungo lavoro di messa a punto della moto bolognese che mai aveva provato sul difficile circuito olandese. Al lampo rosso di Loris Capirossi, nuovo record ufficioso di Assen (in 1'59"770, media 181,157 km/h, contro il precedente primato fatto segnare da Rossi nella gara del 2002 e pari a 2'00"973), ha risposto Max Biaggi. Pur in sella ad una moto clienti, meno performante e con molte meno possibilità d'intervento sulla ciclistica, il romano ha trovato nella precisione di guida l'arma per strappare il tempo di 1'59"941. Anche lui sotto al tetto dei due minuti, anche lui davanti a Valentino Rossi, che ha trascorso l'ultima giornata girando più con la vecchia che con la nuova Honda. Il rombo lacerante del nuovo «missile» l'ha fatto risuonare solo sette minuti, verso fine turno. Poi è ritornato sulla solita Rc211v silenziata e, negli ultimi sei, ha cercato il riscatto in sella ad una moto che, secondo lui, fa meno rumore e va più o meno come l'altra che l'intero paddock gli invidia. Una scelta, quella della vecchia moto, dettata forse anche da ragioni di risparmio di consumi, visto che ad Assen c'è il rischio di non finire la corsa con i 24 litri di carburante imposti dal regolamento. Ma anche un sorta di sfida a chi gli ripete che oltre la classe innata ha dalla sua anche una certa supremazia meccanica. Cosa che il campione digerisce sempre malvolentieri. Mentre Rossi ha concluso terzo, dopo Capirossi e Biaggi, sul piede del minuto e 59, tutti gli altri invece sono rimasti una spanna al di sotto del terzetto azzurro. A partire da Carlos Checa, quarto e migliore dei piloti Yamaha, davanti a Olivier Jacque e Alex Barros. Ottavo s'è piazzato Marco Melandri, nona l'Aprilia di Colin Edwards. La Casa veneta s'è rifatta nella quarto di litro, collezionando l'ennesima prima fila monomarca. Grazie soprattutto al sammarinese Manuel Poggiali, capace di affibbiare un mezzo secondo buono al francese Randy De Puniet e un distacco ancor più sostanzioso ai due spagnoli Toni Elias e Fonsi Nieto. Proprio Poggiali, delfino della Casa di Noale e alla sua seconda pole dell'annata, potrebbe regalare all'Aprilia il 150/o successo iridato. Per gli azzurri scarsa fortuna. Il migliore è stato il bresciano Franco Battaini, settimo miglior tempo davanti a Roberto Rolfo. Il torinese, con l'argentino Sebastian Porto quinto, non ha avuto neppure il contentino di rivelarsi il miglior pilota Honda. Gli italiani non hanno brillato eccessivamente neppure nella 125. L'ultimo turno ha visto svettare lo spagnolo della Honda Daniel Pedrosa, leader provvisorio del campionato e sempre più autorevole candidato al titolo. Pedrosa ha soffiato la partenza al palo al sammarinese Alex De Angelis e al tedesco Steve Jenkner. Autore di una forsennata rimonta dalle retrovie, Stefano Perugini ha spuntato un quarto miglior tempo che rilancia le sue ambizioni. Il viterbese del Team Abruzzo sogna un riscatto dopo la lunga parentesi, costellata da inconvenienti tecnici, che ha fatto seguito al primo successo stagionale in Giappone. Ancora al di sotto delle sue possibilità Lucio Cecchinello, dodicesimo davanti a Gino Borsoi.

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