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A Madrid andrà Queiroz

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Sarà il tecnico portoghese ad allenare i campioni di Spagna

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Stavolta uno scatenato Franco Sensi, presidente accerchiato dietro le quinte assembleari all'Unione Petrolifera, precisa che farebbe salti d'incontenibile gioia qualora Florentino Perez scegliesse l'allenatore goriziano anteponendolo a Carlos Queiroz (favoritissimo) o a Sven Goran Eriksson. E quasi non bastasse lo squarcio lacerante sul rapporto appena ricucito (come raccontavano i garanti), il capo di Trigoria pare fremere tarantolato nel ricordo contrattuale «dei due anni in più» accordati al tecnico che licenzierebbe subito senza rimpianti. Fu follia da ventiquattro miliardi lordi, mentre evaporava ovunque l'opulenza calcistica. Ma Sensi non si commisera, vagheggiando forse l'uppercut micidiale che determini l'abbandono d'una controparte ancora impudente sopra al ring di Trigoria. Le pesanti bordate di ieri, dovrebbero indurre lo sgradito destinatario a troncare presto un rapporto professionale diventato mortificante. E sotto i colpi destabilizzanti, l'organizzazione giallorossa non sa nemmeno accogliere felice l'eventuale avvento di Lucio, libero della nazionale brasiliana (targato Bayer Leverkusen) che garantirebbe con Samuel una diga centrale formidabile. Verità? Annuncio millantato lungo l'analogo versante virtuale che anticipò imprudente l'arruolamento di Cannavaro, Davis e Legrottaglie? Il disorientato d.s. Baldini sta verificando la credibilità d'una trattativa ignorata, spiazzato (sbalordito?) come qualsiasi tifoso. Certo, sarebbe consolante opporre al caos dilagante e ai dispetti moggiani il Sensi dei periodi migliori. Quello che catturò Batistuta, prenotando lo scudetto prima del declino argentino d'un bomber squassante. Quello che replicò azzeccando il blitz su Emerson, Samuel e Cassano, vanti da cui si ripartirà per aiutare l'astro Totti a non ascoltare le sirene nordiste. Però urge recuperare chiarezza, pure se l'epigolo del tormentone Capello costasse troppo. Assurdo proseguire nel «vaudeville» che procura danni d'immagine ogni giorno, confidando nella lesa maestà d'un ricco precettore pronto a buttare parecchi quattrini per affermare il proprio decoro. Dicono che Mazzone attenda l'imminente chiamata, da preferire alle prospettive anconetane. Dicono che Sensi deciderà di voltare pagina fra alcune settimane. Intanto il don Chisciotte giallorosso molesta perfino Cesare Geronzi, cui attribuisce la voglia d'acquisire un risibile 5% del patrimonio romanista. I nemici di Trigoria aumentano.

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