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Legrottaglie simbolo di un mercato sempre in crisi

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Il nostro sport più popolare non vuole tuttavia concederci nemmeno un giorno di vacanza soprattutto da quando i giornali hanno scoperto che le notizie di mercato, vere o inventate, folli o verosimili, fanno comunque tiratura. Ogni estate ha sempre avuto il suo protagonista. Anni fa, se non ricordo male, lo è stato anche Stefano Desideri, centrocampista di una Roma da ottavo-nono posto, cercato con insistenza dall'Inter. Realizzato, nell'estate del 1991, il trasferimento, l'Inter ha trattenuto il giocatore per una sola stagione prima di cederlo all'Udinese, la squadra con cui, dopo una retrocessione in B, Desideri ha chiuso una buona ma non straordinaria carriera. Legrottaglie, invece, dal Chievo è finito alla Juve dopo che molti titoli lo avevano già assegnato alla Roma. Legrottaglie avrà modo, nella Juve e magari nella nazionale, di dimostrare il suo valore ma non credo di mancargli di rispetto scegliendo il suo caso come un segnale dei tempi. Pare sia un mercato senza soldi, una specie di fantacalcio dove dovrebbe vincere chi sa fare gli scambi migliori.Quasi fermo, ad alto livello, il mercato degli allenatori. Infatti le prime otto classificate dell'ultimo campionato hanno tutte confermato il tecnico e poco importa che si dica che Franco Sensi non sia più tanto entusiasta di Fabio Capello e che Massimo Moratti sia stato molto incerto prima di confermare Cuper. Personalmente mi dispiace che, almeno in partenza, non ci sia Carletto Mazzone su una panchina di serie A e sono contento che Zeman ne abbia trovato una, sia pure di serie B. Sicuramente a Zemam hanno fatto pagare non tanto le sue tattiche spregiudicate quanto le famose dichiarazioni sul doping, rese forse senza prove ma con larghissima base di credibilità. La guerra al doping è una guerra di facciata, bisogna farla anche se sappiamo perfettamente che non ci sono possibilità di vincerla. Ogni tanto la cronaca porta allo scoperto brandelli di verità, si accontenta l'opinione pubblica con qualche squalifica, si ritoccano gli albi d'oro e qualche ordine di arrivo, si confiscano medaglie. La verità è che non c'è più nessuno che corre (a piedi o in bicicletta) a pane ed acqua ed i confini tra l'aiuto lecito e quello proibito sono sempre più confusi.

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