ATLETICA: COPPA EUROPA A FIRENZE. OGGI SI CHIUDE (16.15, RAIDUE)
Solo la staffetta consola gli azzurriImpresa di Scuderi, Collio, Donati e Cavallaro. Ma l'Italia è ultima in entrambe le classifiche
Quando ieri tutto lo stadio «Ridolfi» di Firenze era pervaso da un misto tra pessimismo e rabbia nel vedere le squadre azzurre scivolare lentamente all'ultimo posto della classifica per nazioni della 24esima edizione della Coppa Europa, ecco la staffetta 4x100 maschile stupire i quasi cinquemila presenti con una vittoria che ha quasi dell'incredibile. Francesco Scuderi, Simone Collio, Massimiliano Donati e Alessandro Cavallaro hanno fatto volare il testimone fermando i cronometri a 38"42, migliore prestazione mondiale dell'anno a soli cinque centesimi del record italiano che risale al lontano 1983. «Sapevamo di poter correre forte - racconta Donati a nome di tutto il quartetto - perchè da una settimana avevamo provato con insistenza i cambi nel centro federale di Tirrenia. Certo vincere a casa ha un sapore doppio ma pensiamo di poter fare addirittura meglio. Questo risultato dà morale alla squadra e ci porta a sognare grande, magari i Mondiali di Parigi di fine agosto». Nella pedana dell'alto altre grandi emozioni da Alessandro Talotti che trascinato dal tifo di un curva strapiena è salito fino a 2,30 (nuovo record personale). È dovuto salire sul tetto del mondo stagionale a 2,34 il russo Rybakov per avere la meglio sull'azzurro che ha intascato insieme all'argento anche il lasciapassare per l'impegno iridato. La classe ha salvato Nicola Vizzoni, argento olimpico a Sydney sospingendo il suo martello all'ultimo lancio a 74,75. Per lui un quinto posto finale insperato fino a questa mattina a causa di un infortunio che lo ha tenuto per alcuni mesi lontano dai campi di gara. Non è stato da meno l'altro toscano doc, Fabrizio Mori che con 11 vittorie in questa manifestazione sulle spalle, si è sacrificato e nonostante il suo tendine malandato ha portato casa la sesta piazza, migliorando con 50"18 il suo primato stagionale. Stizzita Magdelin Martinez che nella pedana del triplo disturbata dal vento ha accarezzato un paio di volte il record italiano con due salti da 14,75 e 14,76 che non sono bastati per il primo posto soffiatole con 14,79 dalla russa Anna Pyatykh. Uno squarcio di sole è arrivato anche dalla pedana del giavellotto dove la «signora dei lanci» Claudia Coslovich ha tirato fuori un primo lancio da capolavoro di 62,70 buono per il bronzo. Come da pronostico il mezzofondo è naufragato grazie anche alla sfortuna che ha procurato un infortunio a Elisabetta Artuso negli 800. L'Italia è chiamata oggi a una prova di orgoglio per riuscire a salvare l'onore.