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di FABRIZIO MARCHETTI e LUIGI SALOMONE L'AUMENTO di capitale tiene in sospeso la Lazio.

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Insomma il giorno più importante della recente storia biancoceleste s'è risolto con una fumata grigia che non comprometterà il rilancio del club ma ne condizionerà, sicuramente, il raggio d'azione (operazioni di mercato, liberatorie dei giocatori, iscrizione al campionato, per il quale è possibile comunque ottenere una proroga, e pendenze arretrate) per i prossimi sette giorni. Un Cda fiume di cinque ore in Via Borgognona non è bastato per sciogliere gli ultimi nodi: Mediocredito attende ancora gli ultimi ok degli istituti di crediti chiamati a comporre il consorzio di garanzia: alle 22.30 è arrivato un comunicato sintetico a procrastinare di altri sette giorni l'epilogo della querelle. La Lazio vive quindi sospesa. Senza dubbi, perché la fine della storia è scontata e si confonde con un'importante e attesa salvezza, ma con un rammarico grande così, quello sì. Perché Mancini inizierà il pre-ritiro senza certezze tecniche e perché la fine della storia sembrava davvero scritta, ormai, a tinte forti. Sarà forse più difficile arrivare a Mutu e rafforzare certi contenuti tecnici, ma il presidente Longo si affida a un rassicurante, «non ci sono problemi. Si tratta solo di uno slittamento», che è la spia d'un messaggio foriero di buoni presagi, mentre Baraldi e Pessi preferiscono far parlare il comunicato. Che è scarno, essenziale ed eloquente. «Entro il 24 giugno, subordinatamente al verificarsi di alcune condizioni, partirà l'aumento di capitale». Già, le condizioni. Oltre al «sì» dell'ultime banche, Mediocredito e Capitalia chiedono le ultime carte per i rapporti pendenti con i vari creditori biancocelesti: un piano di rilancio che è in realtà notorio e nasconde, semmai, divergenze all'interno del consorzio di garanzia. Il 24 è il termine ultimo: il giorno successivo sarà presentato il prospetto alla Consob, il 30 partirà la sottoscrizione. Saranno emesse oltre 2 miliardi di azioni: il prezzo di collocamento sarà pari a 0,05 euro. La Cirio conserverà una quota esigua. Cragnotti, insomma, uscirà di scena. Nella Lazio rimarrà la figlia, Elisabetta. La società, dopo aver sistemato la querelle più importante per il suo futuro, si dedicherà alla sistemazione dei quadri tecnici. Facile prevedere una semi-rivoluzione: il prof. Campi, responsabile sanitario biancoceleste, è infatti destinato a conservare un ruolo di semplice consulente esterno, con l'assunzione di un medico a tempo pieno, che, probabilmente, sarà d'estrazione romana. Entrerà ufficialmente Viganò, uomo di fiducia di Mancini, mentre dovrebbero lasciare la scena anche altri due fisioterapisti. Nel settore della comunicazione, invece, ci sarà un innesto di spessore. Infine il settore giovanile: la Gea ha il mandato di ridisegnare tutto lo staff. Ci sarà un nuovo coordinatore, con maggiori poteri rispetto all'attuale responsabile De Sisti. Capitolo-sponsor: si attende la risposta della Daewoo. Domani, infine, partirà la campagna abbonamenti.

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