di NICCOLÒ VISONÀ IL PRIMO round è della Figc.
La storia del caso che rischia di stravolgere la composizione dei prossimi campionati è ancora tutta da scrivere. In attesa che giovedì la Giunta del Coni prenda una decisione in merito al ricorso presentato dagli etnei, ieri Carraro ha incassato il primo punto. L'assist gli è arrivato dal presidente della sesta sezione del Consiglio di Stato, Mario Egidio Schinaia, che ha sospeso il provvedimento del Tar della Sicilia relativo al caso Catania e «gli atti successivi posti in essere», fino alla decisione, prevista per oggi, da parte dello stesso Consiglio di Stato sulla vicenda. A meno di clamorosi ribaltoni, però, il Consiglio confermerà la sua decisione. Un provvedimento talmente scontato che ha spinto i legali del Catania a rinunciare all'esecuzione del decreto di nomina di un commissario ad acta (il ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani) emesso il 12 giugno scorso dal Tar della Sicilia. La società sottolinea «la fondatezza giuridica dell'ordinanza del Tar del 5 giugno scorso» e ritiene che il suo «buon diritto sia così evidente che questo sarà riconosciuto dagli stessi responsabili dello sport calcistico nazionale, senza la necessità di fare ricorso all' intervento di un commissario ad acta». Durissima la presa di posizione di Riccardo Gaucci, numero uno del Catania. «Lo sport sta perdendo sempre più credibilità, non mi piace più». È «amareggiato e disinnamorato» il presidente Gaucci, per la decisione del Consiglio di Stato di sospendere l'esecutività dell'ordinanza e del decreto emessi dal Tar Sicilia. «Ne sto vedendo di tutti i colori - spiega Gaucci - e adesso sono stanco di questi giochi. Non ha importanza se il Catania rimarrà in Serie B o retrocederà, ne ho abbastanza». Ma quello del presidente della società etnea sembra più uno sfogo che una resa. Riccardo Gaucci sottolinea che quella del Catania «è una lotta per il riconoscimento di un diritto violato dalla Corte federale». «Noi - si chiede - abbiamo ragione e tutti lo riconoscono, allora perchè dovremmo non vedere riconosciuto un nostro sacrosanto diritto e quindi che sia fatta giustizia?». A questo punto la palla passa alla Giunta del Coni, che giovedì esprimerà il suo parere in merito alla spinosa questione. Tre le possibili ipotesi, dopo che è definivamente tramontata quella relativa allo spareggio salvezza tra Venezia e Napoli. Catania retrocesso in C1, Catania salvo per effetto dell'allargamento della serie B a 21 squadre, oppure blocco totale delle retrocessioni in Serie B. Pista meno percorribile dopo che Carraro ha già espresso chiaramente il suo no, e le possibilità che attorno all'argomento si riaccenda una battaglia politica tra Lega e Figc sono scarse. Nel «toto-percentuali» sembrano comunque in netto rialzo le quotazioni dell'allargamento a 21 squadre, ma i colpi di scena, da oggi a giovedì, non mancheranno.