Trapattoni parte all'attacco
Giunto all'attracco di un anno vissuto pericolosamente Giovanni Trapattoni vara una nazionale a trazione anteriore per l'ultimo appuntamento della stagione. Finlandia-Italia non è solo il match che divide gli azzurri dalle vacanze, ma «la partita chiave» per la squadra allenata dal ct. «Vincere sarebbe la svolta psicologica, anche se un pareggio non sarebbe drammatico», la sintesi esplicita del Trap. Per questo il ct rifiuta di ammettere che «i risultati di Champions e le critiche straniere carichino di maggior responsabilità la nazionale, perchè i club sono holding internazionali e noi quella responsabilità l'abbiamo sempre avuta». Perciò dichiara esplicitamente la sua missione calcistica a Helsinki: «Vincere». Poco importa che in Finlandia gli azzurri abbiano subito uno sbalzo termico di 20 gradi. Dai 32 di Coverciano ai 12 di Helsinki. Intanto, sull'onda del definitivo, scontato no di Camoranesi, Trapattoni scansa l'ipotesi di potere essere rimesso in discussione da un eventuale scivolone finlandese e non rinuncia al modulo offensivo adottato dopo il Mondiale. Per quel 4-2-3-1 era stata evocata la suggestione del calcio spettacolo del club «merengue». Ma il ct stavolta va ancora più avanti, oltre gli schemi. Ed è proprio sugli interpreti, sul tasso tecnico complessivo degli undici azzurri scelti, che stavolta si osa. «Ho visto spezzoni di Finlandia-Serbia, l'ultimo dubbio è sciolto: Fiore tende spesso ad accentrarsi, ma lui sa che deve rientrare, e poi possiamo scalare un uomo sulla fascia. A sinistra Zambrotta si intende bene con Del Piero: non voglio toccare certi equilibri anche a costo di un'Italia offensiva». Il dubbio era quello di Fiore, appunto: e si è risolto per una squadra che a conti fatti proporrà tre attaccanti (Totti, Corradi e Del Piero), un centrocampista offensivo sulla fascia destra (Fiore), un ala come terzino sinistro (Zambrotta). «Ma a me gli stereotipi non sono mai piaciuti - ha precisato Trapattoni - se fosse solo questione di uomini o schemi, il Real quest'anno avrebbe dovuto stracciare tutti. Conta l'atteggiamento: andiamo a Helsinki per vincere, non per pareggiare». È un modo esplicito per respingere a priori l'ipotesi che un risultato non pieno contro la Finlandia possa riaprire tutti i dubbi sulla tenuta della sua panchina. Carraro, interpellato a proposito sabato nella sua visita a Coverciano, non ha chiuso porte in alcun senso: «mi sento sempre dopo le partite con Abete e Mazzini e non abdico a nessuno le mie funzioni», aveva detto il presidente federale. D'altra parte, più che del risultato dei club in campo europeo, Trapattoni si fa forte delle ultime prestazioni azzurre, dello stato di forma verificato nel raduno fiorentino e della classifica del gruppo 9 rimessa in gioco dalla vittoria della Finlandia sulla Serbia. «Ai nostri prossimi avversari dovremo stare attenti perchè hanno due volti - la spiegazione - uno fuori e uno in casa. Però se giocheremo semplici e veloci come a Palermo, si può vincere. Senza Vieri? Rinunciare a lui in questo momento non è facile, vedremo di sopperire». Tempo per cambiare in corsa ce n'è, e anche per recuperare a un eventuale e non augurato pari. «Per noi già questa è partita chiave - ha aggiunto Trapattoni - Una vittoria sarebbe la svolta psicologica dopo Napoli e il Galles. Ma se me lo chiedono, dico anche che un pari non comprometterebbe la corsa al primo posto. L'altra partita chiave sarà Serbia-Galles del 20 agosto, non credo che i serbi accetteranno di fare un'altra figuraccia. E poi a settembre c'è tutto un «campionato» da giocare. E noi rimaniamo dell'idea di doverle vincere tutte». Infine il Trap fa una battuta su Totti. «Le cose che ha detto non mi hanno stupito: con lui avevo parlato più volte, io non credo che lascerà Roma. E poi la Roma non è così disastrata, Capello non ha chiesto 7-8 giocatori ma un paio di correttivi. Certo, tutti vogliono vincere...».