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L'improvvisa loquacità di Totti

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In questi ultimi giorni ha parlato quasi quotidianamente, con dichiarazioni all'apparenza contraddittorie, ma che, invece, esprimono un preciso obiettivo: spingere Sensi ad un'adeguata campagna acquisti per ricostruire una Roma da scudetto oppure a passare la mano al quasi omonimo Toti, mai nominato dal giocatore, ma pronto a subentrare all'attuale patron con tanto entusiasmo e pari investimenti. In pratica, Totti ha sparato un siluro contro il suo presidente, mettendolo con le spalle al muro. I tifosi, che già contestavano Sensi, sono ovviamente tutti dalla parte del capitano, spaventati di vederlo fuggire alla volta di Milano, sponda rossonera. Alcuni giornali, che in situazioni del genere ci inzuppano il pane, danno per aperta la trattativa, con ottime probabilità di successo da parte del Milan. Titoloni ad effetto e articolesse supportate da tesi suggestive quanto fantasiose era quello che si attendeva Totti ed il ritorno mediatico non lo avrà certo deluso. La partita, però, è ancora tutta da giocare. Qualunque ne sia lo sviluppo, appare improbabile, che i palati fini frequentatori di San Siro si possano gustare Totti sin dalla prossima stagione. Il dopodomani dipende, invece, dal futuro del club giallorosso. Se sarà Rometta, l'addio di Totti è certo, alla faccia della romantica frase che aveva pronunciato non più di un mese fa: giocherò con la Roma per tutta la vita, pure in C2. Gaucci il libico L'ineffabile Luciano Gaucci, noto per il suo ottimo fiuto calcistico, questa volta guarda alla Libia, pronto ad ingaggiare un centrocampista trentenne dell'Al Itthiad, una delle due squadre di Tripoli. Non un giocatore qualunque da valorizzare, bensì un personaggio dal cognome pesante: Saadi Al Gheddafi, secondo genito del Colonnello, padrone e signore della Libia. Una laurea in ingegneria, presidente del comitato olimpico e della Federcalcio del suo Paese, nonché della squadra per cui gioca, il giovane Gheddafi è anche azionista della Juventus con qualche interesse nella Triestina. Come giocatore, però, dispone di un ben modesto talento, pur se tocca un'infinità di palloni, che gli mettono fra i piedi gli ossequenti compagni di un club dove lui tutto decide: formazione, tattica, ritiri nella prediletta Svizzera e allenatori da silurare a piacimento. Se dovesse realmente approdare al Perugia, Gaucci e soprattutto il malcapitato Cosmi avrebbero di che divertirsi, ma non solo loro, in un susseguirsi di sceneggiate degne di un palcoscenico da avanspettacolo. Il calcio italiano può essere anche questo bellezza!

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