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L'ESCAMOTAGE DI UN TIFOSO BIANCONERO PER ASSISTERE ALLA FINALE DI CHAMPIONS

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Se poi uno è del profondo sud, non gli manca quel Dna astuto capace di gabbare chiunque e dovunque. È la storia di un palermitano trentenne, che all'Old Trafford si è presentato con tanto di carrozzella da disabile ed ha così potuto gustarsi la festa grande («macchiata» solo dalla sconfitta della Juve). Tutto comincia quando il supertifoso, N.T., sano come un pesce ovviamente, decide di partire per l'Inghilterra comunque, dopo aver invano dato la caccia all'aureo tagliando. Il giovanotto il giorno del decollo si munisce di quello che ritiene un salvacondotto inespugnabile, una sedia pieghevole per parapleglici affittata per una settimana (trenta euro) in un negozio specializzato ubicato davanti ad uno degli ospedali del capoluogo isolano. Nell'avventura lo segue una amica, che gli farà poi da accompagnatrice per fargli varcare le porte del mitico recinto britannico. Da Londra a Manchester il viaggio in treno con un pò di pessimismo della ragione per l'eventualità di un temibile buco nell'acqua, ma con l'ottimismo di una volontà zebrata a 360 gradi. Il convoglio scarica la coppia siciliana fin dentro lo stadio un'ora prima dell'inizio della partita. N.T. e «complice» guadagnano con le proprie gambe i bagni, da dove poco dopo escono in versione adeguata alla bisogna, lui con aria compunta accoccolato sulla seggiola semovente, lei con altrettanta aria grave che spinge. Nell'area riservata agli handicappati un cortese addetto della squadra di Torino fa presente che per accedere occorre essere iscritti in uno specifico elenco, che comprende in quel momento 25 nomi, stilato già in Italia in vista del match. E qui interviene pure la classica fortuna che aiuta gli audaci. Un charter con 250 tifosi non è mai partito dall'aeroporto romano di Fiumicino e quindi - informa il solerte dipendente della Juve - siccome è presumibile che tra i supporter bloccati ci possa essere qualche disabile, dieci minuti prima del fischio d'inizio N.T. e socia potranno prendere posto. Così avviene ed i due palermitani si accomodano a bordo prato per gustarsi una serata magica che più magica non si può. Lui che nel frattempo ha pure avuto il tempo di dipingersi la faccia a strisce bianche e nere e confortati perfino dalla disponibilità del personale, che li gratifica di panini, bibite e cioccolato. Peccato, commenta adesso il giovane, per quel tentacolare Dida, ma nella vita, è risaputo, non si può avere tuttto.

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