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Uefa, Aigner lascia dopo 34 anni

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L'Uefa non può interferire nella vita della società calcistiche, ma non le abbandona e stiamo mettendo a punto un sistema di licenze che le aiuterà». Lo ha detto il segretario generale dell' Uefa, Gerhard Aigner, parlando in conferenza-stampa, allo stadio «Old Trafford» di Manchester. «La Uefa - ha aggiunto Aigner - sta facendo un grande sforzo affinché si generino nuovi introiti, sta negoziando buoni contratti, in una fase difficile del mercato». Per Aigner quella di ieri è stata una «finale molto speciale», la sua ultima nell'Uefa. «Lascio dopo 34 anni (lo sostituirà lo svedese Ollson, ndr) e in questo periodo l'Uefa è diventata un'organizzazione rispettata per la sua politica, ma anche per l'aspetto tecnico-sportivo. L'anno più brutto è stato l'85 (la finale dell'Heysel, con 39 tifosi della Juventus morti, ndr). Quella di ieri, invece, è stata una finale storica, tra due società italiane che hanno scritto capitoli importanti nella storia del calcio europeo. Davanti alle tv ci saranno, in tutto il mondo, 500 milioni di spettatori, spero che lo spettacolo sia interessante». «Il mio successore - ha detto ancora Aigner - dovrà fare in modo che la Uefa abbia un ruolo nel processo di integrazione dell'Unione Europea: è questo il problema più scottante». Si gioca ancora troppo e Aigner l'ammette: «Sì, è vero, è un problema che tocca soprattutto i giocatori migliori». Su Nedved. «Non si possono cambiare le regole in corsa».

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