Il Milan vola sul tetto d'Europa
Juve battuta ai rigori 3-2. Decisive le parate di Dida e la freddezza di Shevchenko
Ha dovuto aspettare 120' e la lotteria dei rigori, ma alla fine il suo Milan si è laureato campione d'Europa. E adesso non sarà più un perdente di successo. Alzala quella coppa Paolo, mostrala con orgoglio. La sesta Coppa dei campioni rossonera ha un sapore particolare, perché conquistata contro i rivali dei sempre, la Juve e nel Teatro di calcio più bello del mondo, quello dell'Old Trafford. È finita ai rigori, ma se avesse perso nella lotteria sarebbe stato un colpo durissimo per questo Milan che ha giocato molto ma molto meglio dei campioni d'Italia. Si ritroveranno ancora, ma intanto adesso il calcio rossonero è sul tetto d'Europa. Si gioca in una bolgia. Eccezionale il colpo d'occhio dell'Old Trafford con i colori del nostro calcio. Si comincia con le note di «Volare» ed il Milan prova subito a mettere le ali. C'è nervosismo in campo, ma i rossoneri appaiono subito più tonici. Già al 2' Montero deve anticipare Inzaghi in angolo. Più Milan, decisamente. All'8' percussione di Rui Costa, Inzaghi centra di giustezza per Sheva che infila Buffon. Esplode l'Old Trafford, ma a riportare i rossoneri sulla terra ci pensa Merk che annulla per fuorigioco del portoghese. C'è comunque più Milan in campo. In mezzo Seedorf, Pirlo e Rui Costa, sorretti da un Gattuso sanguigno, dettano legge. La Juve sembra smarrita, anche perché Davids non basta a tamponare un Milan che gioca quel calcio che farebbe innamorare chiunque. Camoranesi e Tacchinardi non trovano né posizione né passo e allora tocca al volitivo Zambrotta provare a offendere sull'out sinistro, ma sulla sua strada il bianconero trova sistematicamente l'esperienza del recuperato Costacurta. C'è più Milan in campo, e la Juve si affida solo al controgioco. Lippi capisce che qualcosa non chiama Ferrara al raddoppio sullo scatenato Shevchenko che fa della fascia destra la sua prateria, eludendo la guardia dello scorbutico Montero. Ancora il Milan. Al 18' ci prova lui, Pippo Inzaghi che va a racogliere un centro millimetrico di Seedorf, ma Buffon è straordinario a coordinarsi e a deviare in angolo. Al 38' Rui Costa ha sui piedi la palla del vantaggio. Solo, un paio di metri entro l'area, vede Buffon, cerca l'angolo alla destra del portiere. L'azzuro è battuto, ma la traiettoria lambisce il montante. Va fuori Tudor per uno stiramento, dentro Birindelli. Nel finale si ravviva la partita. Prima ci prova Del Piero a spaventare Dida che si salva in angolo e allo scadere è il Milan a graffiare, ma la sventola di Kaladze dalla sinistra trova Buffon pronto alla chiusura. E si va all'intervallo. Più Milan che Juve. Ripresa. Lippi lascia negli spogliatoi uno spento Camoranesi e getta nella mischia il sanguigno Conte. E proprio dalla testa del leccese arriva il primo brivido, ma la sua incornata trova prima la mano di Dida e poi la traversa a salvare il Milan. Ma la Juve non c'é proprio anche se appare più vivace. Cresce Tacchinardi e con l'aiuto di Davids, la Juve prende a graffiare il Milan nel reparto migliore dei rossoneri. Ancelotti scuote la testa e chiede a Seedorf di giocare più largo a sostegno di Shevchenko, ma sono sempre le difese ad avere la meglio sui rispettivi attacchi. Lippi cambia l'assetto spedendo Zambrotta a destra, Montero centrale e Birindelli a sinistra, ma la Juve non decolla. Al 15' Maldini si dispera dopo che vede il suo colpo di testa a botta sicura ribattuto da Buffon. Entra Zalayeta, l'eroe di Barcellona, per Davids e Ancelotti risponde chiamando dentro Roque Junior al posto di Costacurta e Serginho per Pirlo. Adesso è un'altra partita. Più ragionata, più tattica, meno spregiudicata. Del Piero prova a ispirare i suoi, ma non è nella miglior giornata. Ci prova Inzaghi, elude Buffon ma manda fuori di testa di un niente e un minuto più tardi (32') ancora Inzaghi protagonista. Bravissimo Buffon a chiudergli lo specchio e deviare in angolo. Il Milan insiste. Sta meglio in campo e meriterebbe qualcosa di più.