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Il fantasista del Milan vuole mettere la Coppa in bacheca

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Poco più di un'ora e mezzo di volo ed ecco Manchester, la Terra Promessa per il calcio italiano. L'immagine dell'Old Trafford, lo stadio che domani sera ospiterà la finale di Champions League tutta italiana tra Juventus e Milan, che si specchia negli occhi dei protagonisti. Carlo Ancelotti nasconde gli occhi dietro un paio di lenti scure, sorride al di là dei problemi che hanno accompagnato i rossoneri in questa trasferta. È un Milan sereno, tranquillo. C'è anche qualche signora rossonera al seguito, l'immagine di un gruppo che scende dalle scalette dell'Airbus 300 unito della Volare, compatto. Un gruppo che vuole firmare un'impresa da tramandare nel tempo. Noi quelli dell'Old Trafford. Già, il teatro dei sogni, come è chiamato il meraviglioso stadio di Manchester, i sogni bianconeri e rossoneri, il sogno di una notte di campioni, di alzare al cielo il trofeo più prestigioso d'Europa. È il sogno di Manuel Rui Costa, 31 anni, una vita da protagonista, piedi buoni e tanto fosforo, ma una bacheca desolatamente vuota. Giusto due coppe Italia ed un europeo giovanile con il Portogallo. Poi, più nulla. Lo sa bene Manuel. Ed allora ecco l'occasione di Manchester, la grande occasione come la chiama il portoghese. Lo ascolti in rigoroso silenzio mentre parla di questa finale e ti accorgi che in fondo anche i campioni hanno un'anima. È come un bambino cui da tempo i genitori hanno promesso una gita a Gardaland e non vede l'ora di arrivare nel paese delle meraviglie. «Aspettavamo questa trasferta da tanto tempo e finalmente eccoci a Manchester - dice Rui Costa - Che volete, mercoledì notte qui si farà la nobiltà per una delle due finaliste. Il Milan è carico, tranquillo, e per molti, sarà la partita della vita». Che Juve ti aspetti? «Non scopro io i bianconeri. Sono un concentrato di qualità, forza, determinazione, voglia di vincere. È una squadra completa, a tratti anche fortunata, ma quando si arriva fino in fondo in Europa vuol dire che hai fatto davvero bene». Sarà a centrocampo che si deciderà la sfida? «Non lo so, so solo che si deciderà all'inizio, nell'approccio mentale alla gara. La Juve ha un grande centrocampo, come noi. Loro sono più pratici, noi più tecnici». Eppure 11 punti vi hanno separato dalla Juve in campionato: come mai? «Direi che sono tanti, troppi - aggiunge Rui Costa - La differenza l'ha fatta la storia. Quando giocavamo campionato e Champions insieme, s'è visto un Milan bellissimo. Poi ci siamo fermati in Europa e quello stop ha come bloccato le nostre energie e scavato quel gap che poi ha finito col segnare la stagione. Ma il Milan dei primi due gironi, credo sia stato straordinario». Quanto senti questa finale? «Dico la verità, solo a sentir nominare l'Old Trafford mi vengono i brividi, ma succede anche a chi come Maldini e Costacurta di finali ne ha giocate e vinte. E allora dico che quando arrivi a traguardi così importanti, poco contano i soldi, conta solo la maglia, la voglia di vincere». Pochi gol in carriera, arriverà a Manchester quello importante? «Non c'è giocatore al mondo che non pagherebbe del suo per fare gol in una partita del genere, ma confesso che poco m'importa di segnare. Magari lo facesse Pippo o chiunque altro, l'importante è alzare al cielo quella Coppa». Oggi giornata intensa per i rossoneri. Doppia seduta all'Old Trafford, alle 10 e alle 18 ora di Manchester. Alle 11 e alle 12 sono invece programmate le conferenza stampa di Carlo Ancelotti e a seguire quella di Marcello Lippi. Poi nel pomeriggio per le due squadre la rifinitura, con gli ultimi dubbi da dipanare prima della grande notte.

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