Il tecnico chiede una squadra da vertice. «Non mi accontento più del quarto posto»
L'equazione perfetta sintetizza un binomio inscindibile. Per squadra, società e tifosi. Tutti d'accordo. Senza Roberto non mi diverto. Recita così uno dei più fortunati slogan coniati dalla Nord per celebrare il tecnico dell'anno, al secolo Roberto Mancini. Un passato da talento tutto genio e fantasia, un presente da numero dieci, anche in panchina. E un futuro che si tinge sempre più di biancoceleste. Il giorno dopo, o meglio il primo giorno del nuovo corso, ha un sapore speciale. Lui saluta l'anno che va e guarda avanti. Sì, avanti, a quella Lazio da costruire a sua immagine e somiglianza. Vincente quindi. E con Stam e Stankovic, senza Corradi, che sembra appartenere al passato. Salvo ribaltoni. Insomma s'entra nel tunnel della verità. Ore decisive, 48 probabilmente. «Entro domani ci vedremo», sentenzia Mancini dai microfoni del Tg5. La società ascolta e risponde. «Lo accontenteremo, compatibilmente con il nuovo modo di fare calcio». In caso di ribaltone s'era pensato ai nomi di Del Neri e Donadoni. Capitalia però ha posto il veto. Moratti non demorde ma la Lazio ora è nelle mani di Mancini. Spazio al futuro La Lazio riparte dalle certezze del suo condottiero. «È stato un campionato duro, faticoso ma straordinario. Ora pensiamo al domani. Ho letto e sentito troppe inesattezze. Qual è la verità? La conosco solo io. La mia situazione si risolverà nei primi giorni di questa settimana, perché non mi piacciono le telenovele. Mi vedrò con Baraldi. Voglio una squadra importante. Dovremo onorare la Champions, superare i preliminari e quindi c'è bisogno di un gruppo all'altezza. Confermare Stam e Stankovic sarebbe un ottimo punto di partenza. Poi serve gente giovane e brava». Un messaggio forte e chiaro. E poi i dettagli. «La contestazione a Milano? Non c'entro niente. Ora mi interessa il futuro. Nella prossima stagione voglio vincere. Non mi accontento più di un terzo o quarto posto. La lista per Baraldi è già pronta», enfatizza il Mancio coltiva un rammarico legittimo per la partenza di Corradi, suo ariete preferito. Baraldi ottimista La società risponde presente. L'amministratore delegato Luca Baraldi è eloquente. «Mancini è il nostro punto di riferimento. Il fatto che sia stato confermato è sinonimo di ambizione. Ora stileremo insieme il nuovo programma». Oggi Baraldi sarà a Milano, domani a Roma, infine a Manchester. Difficile insomma ipotizzare la data dell'incontro decisivo, che potrebbe essere domani ma anche slittare a giovedì e sarà anche occasione di un chiarimento a tutto tondo. Sicuramente la svolta si consumerà entro questa settimana. La Lazio è vicina al rinnovo del contratto con Stankovic, fino al 2008 e ora proverà a stringere i tempi per la conferma di Stam. Baraldi è pronto a offrire adeguate garanzie al difensore, corteggiato da Milan, Inter e Juve. «Ha altri due anni di contratto con noi», ricorda il diggì, che entro il 10 giugno definirà i dettagli dell'aumento di capitale insieme a Longo e a Roberto Pessi. Venerdì è previsto un Cda: sarà definito il prezzo di collocamento delle azioni (Ricucci-Ligresti-Merloni alla finestra, insieme all'Abf leasing, Banca Popolare dell'Emilia Romagna). Mercato: lievita l'idea di uno scambio Liverani-Jankulosvki. E poi l'attaccante: uno tra Di Vaio e Miccoli, uno tra Toni, Rossini e Bonazzoli. La Juve ora si farà avanti per Corradi e c'è chi dice che guarda anche a Lopez. Che è in realtà è ancora della Lazio, perché non ha firmato per la sua nuova squadra. Anche se è stato ceduto al Valencia.