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Cipollini, addio amaro

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E dalle parole che il campione del mondo ha detto dopo la decisione del ritiro, si evince che nella cittadina veneta potrebbe aver trovato conclusione anche la storia del toscano alla corsa rosa: nel senso che Cipollini potrebbe non tornare più al Giro. Molto, se non tutto, dipenderà dalla partecipazione o meno dell'iridato al prossimo Tour de France: Leblanc stasera si incontrerà col patron della Domina Vacanze, Preatoni, che cercherà di convincere il direttore della Grande Boucle ad accogliere anche la sua squadra. Tre le linee di strategia: l'allargamento a 23 del numero dei team partecipanti al Tour; la possibilità, per la Domina, di prendere il posto della Coast, magari assumendo nelle sue file, limitatamente al periodo della prova francese, anche Jan Ullrich, corridore della squadra tedesca che rischia di rimanere appiedato; la disponibilità della Domina Vacanze a reperire alberghi e sistemazioni logistiche (Leblanc ha accampato anche problemi di questo tipo per rifiutare l'invito alla formazione di Cipollini). Se l'organizzatore francese dovesse comunque confermare il suo no al team del Commendatore, Mario potrebbe porre fine alla sua carriera al termine di questa stagione: «Significherebbe che davvero non sono stato capito», ha dichiarato ieri prima di tornare a casa. La caduta dell'altro giorno non ha provocato fratture, ma solo un'incrinatura ad una vertebra lombare; nonostante ciò, il dolore è stato fortissimo per Mario, che ha passato una notte in bianco, con la spalla sinistra molto gonfia e nell'impossibilità di muoversi anche nel letto. Nelle stesse condizioni di Cipollini (se ciò può in parte consolarlo), si trova Isaac Galvez, lo spagnolo che con il suo scivolone ha coinvolto il toscano, e che ieri mattina non ha preso il via per la dodicesima tappa del Giro. Brutte cadute, invece, lungo la strada verso il Monte Zoncolan: Cristian Moreni, finito per terra intorno al chilometro 120 di gara, ha riportato la frattura della clavicola e ha dovuto abbandonare; insieme a lui sono caduti e si sono dovuti ritirare anche Paolo Tiralongo (secondo a Faenza) e lo spagnolo Carlos Garcia Quesada, ben piazzato in classifica. Sono stati invece problemi fisici di varia natura a spingere al ritiro Elio Aggiano, protagonista di mille fughe dall'inizio del Giro, sceso dalla bicicletta ieri dopo 40 chilometri. Ma. G.

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