Baldini conferma la fiducia della società nel tecnico: per adesso nessuna rivoluzione

Invece, l'unica invasione causata dalla umiliante sconfitta contro il Milan, è stata quella della Polizia. Camionette e pattuglie sparse per il viale, posti di blocco fino alle 13.30 orario stabilito per l'attesa conferenza stampa del ds giallorosso Franco Baldini. Ingresso solo con tesserino stampa alla mano, clima teso da stato sudamericano in regime di guerra, inspiegabile nervosismo delle forze dell'ordine che forse si aspettavano l'invasione dell'orda inferocita: così non è stato. Il popolo giallorosso ha risposto con l'arma più micidiale: l'indifferenza. L'invasione c'è stata, ma di fax contro tutto e tutti, arrivata direttamente sulla scrivania di Baldini recapatitata dal «fattorino» di turno. Questa la risposta della tifoseria, un po' per la troppa umiliazione, un po' perché, quelli che contano, non hanno fatto in tempo ad organizzare qualcosa di serio. La Contestazione, semmai arriverà dopo l'ultimo impegno contro l'Atalanta e già sabato sugli spalti inizierà la selezione della Curva. Poi, arriva il tempo delle parole. Il prescelto è Franco Baldini ds giallorosso che ci mette una volta ancora la «sua» di faccia: per tutti. Il primo interrogativo è: cosa è successo? Il secondo: ora che succederà? Baldini non si tira indietro e attacca. «Non mi sembra questo il momento per individuare i colpevoli, quanto il momento di cercare delle soluzioni. L'errore della società è stato forse quello di avallare un comportamento fatalista della squadra che ha inevitabilmente offerto degli alibi ai giocatori». Sul futuro tecnico non ha dubbi: si va avanti con Capello. «Abbiamo tutto l'interesse a continuare il nostro cammino con l'allenatore campione d'Italia e vice campione d'Italia: Fabio Capello. Il tecnico non intende dimettersi e la società non intende mandarlo via. Non è uno che si tira indietro, si è sempre assunto le sue responsabilità. Sensi non sta valutando l'idea di esonerarlo perché non si può valutare tutto il progetto da un'annata storta». Il discorso e i toni cambiano sul fronte squadra. È evidente che qui qualcosa bisognerà fare e farlo anche in fretta. Baldini la prende larga. «Partiamo dal fatto che non credo sia una squadra da rifondare, perché ha dei valori tecnici. Dobbiamo solamente recuperare serenità e abbiamo bisogno di due o tre rinforzi fra cui un attaccante di differenti caratteristiche fisiche, ma soprattutto di un difensore di personalità che possa ridare serenità a tutto il reparto. Vanno poi migliorate le cose rispetto a quest'anno anche a livello societario, e il presidente ha tutta la volontà di farlo. Se la Roma dall'anno dello scudetto ha fatto dei passi indietro? Io direi che non ha fatto dei passi in avanti... Abbiamo avuto un momento di vuoto societario a causa dei problemi di salute del Presidente che ci ha tolto serenità». Inutile negare che nell'aria c'è un ritocco verso il basso di alcuni ingaggi «pesanti», o in alternativa dei contratti a rendimento: perché se è vero che la Roma non ricorrerà a punizioni pubbliche (definite inutili e coreografiche), è altrettanto vero che all'interno la società avrà modo di far pesare le sue decisioni con riduzione degli stipendi e cessioni di chi non ha reso per quello che doveva. «Chiunque lavori in questa squadra ha il dovere di pensare di costruire — spiega Baldini — una Roma competitiva e vincente e quindi i vari Samuel, Totti, Emerson, Cassano ed altri con cui mi scuso per non averli nominati e sono ugualmente importanti, nonostante le richieste dall'estero e non, rimarranno con noi». Nello specifico subito gli esempi di Cafu e Dacourt. Baldini entra nel dettaglio. «Il brasiliano ha il diritto di monetizzare il suo stato di campione del mondo e sta valutando offerte: la nostra ce l'ha da tempo. Per quanto riguarda il francese, posso dire che il Leeds ha accettato la nostra offerta per Dacourt, adesso per l'ufficialità do