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TENNIS: IL BILANCIO DEGLI INTERNAZIONALI

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Si sta comunque giocando ma tutte le attenzioni sono rivolte al grande torneo parigino. Ieri sono iniziate le qualificazioni del singolare maschile, alle quali sono stati costretti sia Filippo Volandri che Andrea Gaudenzi. In realtà sono dieci gli italiani che cercano un posto nel tabellone principale ma è naturale che i due giocatori che ho appena citato siano seguiti con particolare attenzione. Volandri è la prima testa di serie delle qualificazioni, cioè è il giocatore di più alta classifica tra i 128 che si disputano i 16 posti disponibili. Purtroppo il livornese ha migliorato la sua posizione nel computer (ha guadagnato più di 50 posti nel giro di un mese) troppo a ridosso del Roland Garros mentre il «taglio» viene eseguito sulla classifica di sei settimane prima. Prima di mandare in archivio gli Internazionali credo sia opportuno tracciare un piccolo bilancio della manifestazione. Sul piano tecnico il torneo femminile è stato nettamente migliore di quello maschile. In primo luogo ha consegnato al libro d'oro un nome importante come quello della belga Kim Clijsters, certamente destinata a vincere ancora e che in ogni caso è la seconda tennista del mondo. Inoltre abbiamo visto tre incontri di notevole qualità e che hanno avuto tutti per protagonista la francese Amelie Mauresmo. Meno brillante l'andamento ed anche la conclusione del torneo maschile. Lo spagnolo Felix Mantilla, che ha battuto a sorpresa lo svizzero Federer, è un buon giocatore ma non è un campione, né pare destinato a diventarlo, avendo già 28 anni. A caldo l'ho definito il più debole vincitore nella storia del nostro torneo e non ho motivo di modificare il mio giudizio. C'è peraltro da osservare che il tennis maschile è in un momento in cui c'è molta confusione di ruoli e di valori. Prendiamo il torneo di Amburgo. Purtroppo Amburgo non ci ha battuto soltanto nel nome e nella qualità del vincitore ma anche nella presenza del pubblico, che ha rappresentato la nota dolente degli Internazionali. Nella sua conferenza stampa conclusiva, il presidente della FIT Angelo Binaghi, dopo aver fatto un elenco delle cause che non hanno aiutato il nostro torneo si è detto abbastanza soddisfatto. A me rimangono negli occhi e nel cuore i troppi vuoti sulle tribune del Foro Italico. È stata fatta poca pubblicità, sono stati sbagliati i prezzi dei biglietti. Il tennis non è un genere di prima necessità, quindi non ci sarebbe nulla da ridire se il pubblico avesse accettato di pagare ma non si è tenuto conto di una crisi generale e - purtroppo - di un diminuito interesse per il tennis. A monte ci sono, naturalmente, gli errori storici che sono quelli dell'inversione tra le due prove, maschile e femminile, e dell'esclusione dal primo turno delle giocatrici più forti, oltre naturalmente alla mancanza di protagonisti italiani. Volandri e la Pennetta hanno aiutato ma non bastano. Mi auguro che la lezione di quest'anno serva a correggere, dove possibile, gli errori commessi. Mi pare ci sia molto dilettantismo da parte di chi organizza e soprattutto molta presunzione. È mai possibile che i nostri dirigenti non abbiano mai bisogno di un consiglio?

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