Grande festa sugli spalti: quella passione unica che anima il popolo giallorosso
Ma il popolo giallorosso, animato da una passione unica per la sua squadra, ha risposto con l'entusiasmo consueto all'appuntamento di ieri sera. La mobilitazione è stata quella delle grandi occasioni, nonostante il tentativo da parte di alcuni media di fare apparire la Coppa Italia come un trofeo dai minimi valori sportivi. In verità, resta sempre un successo significativo, in particolare per i tifosi della Roma che questa manifestazione hanno raccolto gratificanti soddisfazioni, con sette edizioni vinte, soltanto due in meno della Juventus, che detiene il record dei trionfi nel torneo. Un dato statistico, questo, che la dice tutta sul prestigio della Coppa Italia. È un'emozione che si rinnova puntualmente ogni qualvolta la Roma scende in campo per una partita che conta, in quanto solo i suoi fans sanno offrire una cornice da brividi e il rito notturno di ieri è stato officiato nel rispetto della tradizione. Striscioni, qualcuno pure spiritoso, bandiere, cori, colori: uno spettacolo pari per intensità emotiva a quanto è stato proposto da questa finale di andata. L'anima stradarola si è ovviamente concentrata in Curva Sud, che la sfida con Milano, al di là del puro fatto agonistico, la sente nelle viscere, quasi sia un confronto globale fra le due città. Con l'ingenua convinzione che un risultato positivo regali la campanilistica supremazia di Roma, caput mundi, su quella che era considerata la capitale morale del Paese. Una punta di rammarico si è comunque avvertita, perché questa Roma-Milan era solo la partita di andata, il primo atto di una finale che avrà il suo epilogo fra due sabati a San Siro. Ma la spinta della folla è stata identica a quella che si sarebbe avuta per una gara decisiva, con la possibilità di alzare la coppa verso il cielo: un attimo indimenticabile. E, pazienza, se il sorteggio ha voluto altrimenti. Quella di ieri notte è stata l'ultima adunata generale della gente lupina nella stagione che volge al termine e, quindi, l'occasione per fare una grande «caciara», come piace alla gente di fede romanista, sanguigna ma anche bonaria. Poi, nell'ultima di campionato, con l'Atalanta, ci sarà il tempo per l'arrivederci alla prossima stagione, in un pomeriggio di assoluta normalità. La vera festa, dunque, non poteva essere organizzata e vissuta se non nel segno dell'ambita Coppa Italia.