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di FABRIZIO FABBRI CHISSÀ se alla fine della lezione appioppatagli dalla Pompea in gara-3 ...

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È sperabile che sia così perchè il 75-97 con cui Napoli è uscita da Viale Tiziano riapre la serie dei quarti, specialmente per il modo in cui è maturata. Perchè la Virtus, dopo un promettente inizio è crollata sotto i colpi di una squadra che è sembrata avere molta più birra in corpo, come dimostrato anche dal dominio a rimbalzo (25 per Roma, 46 per Napoli). Questa serie impietosa infatti spedirà di nuovo in campo le due squadre già domani nell'inferno di Pozzuoli per poi regalare una quinta partita che sembra quasi inevitabile, visto che Mazzon ha ritrovato, nel caldo pomeriggio romano, due protagonisti, quali Penberthy e Greer (54 punti in due), che nelle prime due gare avevano brillato per la loro nullità. Bucchi invece ha avuto ben poco dalla quasi totalità della squadra. Se si eccettua il gran cuore di Myers ad emergere dal grigiore generale hanno provato solo Santiago, colpevole però di essersi caricato troppo presto di falli, e Parker. Per il resto, specie per qualcuno, una recita fatta di confusione e ben poche buone intenzioni. Il + 6 inziale, un 8-2 costruito con inusitata facilità, ha fatto scattare una strana molla nella testa della Lottomatica. Roma ha forse creduto di aver archiviato la pratica, sospinta da un ottimo avvio di Parker, delizioso come nella fase regolare. Ma la Pompea, con l'acqua alla gola, ha avuto la forza di crederci e ha estratto dal cilindro i due giocatori che nelle partite precedenti erano finiti sul banco degli imputati. Penberthy è stato il primo a far squillare la tromba della carica per i partenopei. Il suo personalissimo 0-8 ha spedito la Pompea per la prima volta avanti, 10-12. Roma a parte le giocate del professore s'è appoggiata alla cambiale Santiago, con Myers in chiaro debito d'ossigeno e Jenkins che ha subito cancellato quanto di buono aveva mostrato in gara-2 esibendosi in orrori a ripetizione. 17-15 al 10' e poi secondo quarto tutto di marca ospite. Perchè accanto a Penberthy è entrato prepotentemente in scena Greer. Autore di soli due punti nei primi 10' ne ha insaccati, in ogni modo, dodici nel secondo mini tempo. E Napoli, complice anche la sosta precauzionale di Santiago, gravato di due falli, s'è esaltata dalla lunga volando fino al massimo vantaggio, 28-40 al 9'09 del secondo quarto. Ed è stato miracoloso come Jenkins, deleterio fino ad allora e per il proseguo, abbia potuto accorciare la forbice con sei punti mandando le due squadre al riposo sul 34-40. L'ultimo sforzo della Lottomatica è arrivato all'avvio della seconda parte di gara. Un paio di lampi di Santiago e l'unico canestro da tre di Myers hanno illuso con il vantaggio del 43-42. Ci ha pensato l'immenso Penberthy a rimettere le cose a posto guidando i suoi ad un 0-12 (43-54) che di fatto ha chiuso l'incontro. Roma ha mostrato crepe caratteriali che spaventano, perchè ha mollato gli ormeggi come una squadretta qualunque. Ed il seguito è stato al limite dell'umiliazione, sicuramente eccessiva per quanto fatto nell'intera stagione, ma giusta se legata al contesto della singola partita. Schiacciate e showtime partenopeo nel finale, al limite dell'irrisione, ed un dubbio per Bucchi. Converrà spremere giocatori al limite della riserva o conservare le energie per gara-5? La certezza è che Napoli è viva. E che il tecnico di Roma avrà solo ventiquattr'ore per darsi una spiegazione del tracollo che ha rimesso tutto in gioco. Questi gli altri risultati dei quarti: MPS Siena-Metis Varese 72-60 (3-0); Benetton Treviso-Viola Reggio Calabria 97-70 (1-2).

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