L'UCRAINO CI CREDE
«Siamo arrivati fin qui e, a questo punto, vogliamo anche vincere - ha detto Andrea Pirlo - Attenzione però alla Roma: ultimamente ha mostrato un buon calcio, ha una rosa di ottimi giocatori e le è rimasto soltanto questo obiettivo. E poi vorrà fare bella figura davanti al suo pubblico». Per Pirlo, la stagione sembrava essersi chiusa il 7 aprile scorso alla vigilia di Ajax-Milan: un colpo al ginocchio destro rimediato in allenamento aveva decretato, secondo i medici, la fine dei giochi. E, invece, si è rimesso in tempo per giocare le partite che valgono una stagione: «L'infortunio si è rivelato meno grave del previsto anche se, in realtà, ho ancora una piccola frattura alla rotula — ha ammesso il regista rossonero - Mi dà ancora un pò fastidio, in allenamento e in partita, però sopporto il dolore. A fine stagione, poi, deciderò se operarmi». Le non perfette condizioni del suo ginocchio non hanno impedito però a Pirlo di essere stato però il migliore in campo ieri (assieme a Clarence Seedorf) in una partita piena di giocate dei grande classe, come il lancio di 40 metri per Inzaghi nell'occasione del terzo gol: «Fisicamente, non pensavo di stare così bene. Ancelotti mi ha dato l'opportunità di tornare in campo, e ora sto cercando di riacquistare la condizione migliore anche dal punto di vista mentale. C'è comunque ancora tempo per lavorare e per arrivare al top in vista della finale di Manchester. Forse a me e a Seedorf ha fatto bene restare fuori qualche tempo: ci siamo riposati...». L'unica piccola arrabbiatura di Ancelotti è dovuta a quel rigore che Pirlo ha lasciato battere a Inzaghi: «Pippo mi ha chiesto di tirarlo per realizzare il trentesimo gol della stagione: potevo tirarlo io, e invece gliel'ho lasciato. Negli spogliatoi, il tecnico si è un pò arrabbiato con Inzaghi. A me ha solo detto che avrei dovuto calciarlo io». Nel primo tempo, infatti, Pirlo si era confermato assoluto specialista dei rigori, con l'ottavo centro su otto penalty battuti quest'anno, con quel 'cucchiaiò che ha mandato su tutte le furie Pagliuca. A Roma torna volentieri anche Andriy Shevchenko, visto che i milanisti impararono a apprezzarlo davvero proprio all'Olimpico, dove rifilò una tripletta alla Lazio nel 4-4 del 3 ottobre '99. «Ci teniamo a vincere il trofeo — ha detto Sheva — dunque sarà importante fornire una bella prestazione. Toccherà a diversi giocatori che non sono stati impegnati in campionato, ma questa squadra è in grado di fare bene con chiunque. E quando arrivi a questo punto, con diversi traguardi in ballo, la stanchezza scivola via senza lasciare traccia».