BARRICHELLO
Più forte delle tradizioni avverse su una pista tabù come quella di Zeltweg. Capace di riprendersi una vittoria che la sorte gli stava gettando alle ortiche. Più abile di chi gli si presenta davanti, si chiami Kimi Raikkonen, Juan Pablo Montoya o Fernando Alonso. È stato il mago della pioggia, il re della velocità, da oggi Michael Schumacher non teme neanche il fuoco. La sua vittoria sull' A1 Ring è una di quelle imprese che riescono ai predestinati: voleva stravincere nell'ultima gara austriaca. A Zeltweg, voleva riprendersi il diritto a essere considerato il più grande: sempre, comunque, dovunque. Ce l'ha fatta. Ma la malasorte poteva essere ancora una volta in agguato: al giro 23, nettamente in testa, è andato al pit stop. Lo scambio di pompa, prestata a Barrichello che aveva la sua in panne, gli è costato quel principio di incendio visto in mondovisione. Dal bocchettone sono cadute poche gocce di benzina sulla fiancata, il calore ha causato l'innesco in un momento in cui c'era tanto carburante in macchina e nel box. Attimi di terrore: «Ho avuto paura», ha detto più tardi Jean Todt. Lui no: «Non ho mai pensato di abbandonare la macchina», dice il tedesco che trova modo anche di scherzare: «Forse i meccanici hanno pensato che avessi freddo e mi avranno voluto riscaldare. No, seriamente. Hanno fatto un lavoro stupendo, date le circostanze, e hanno permesso alla macchina di salvarsi e di tornare in pista per vincere. Ho passato qualche attimo di dubbio, non sapevo quali danni il fuoco avesse prodotto. Certo, la vista del fuoco non è bella. Mi aveva sfiorato in Formula 3. Ma non fu certo come quello che accadde al mio compagno della Benetton Jos Verstappen a Hockenheim, nel '94. Quando la vettura prese completamente fuoco». Sono rimasto calmo - prosegue Schumi - perchè non serve a nulla agitarsi. Ho fiducia nei miei meccanici al 100%. Sono i migliori della pit lane». Come a dire: i migliori del mondo. Ma insomma, c'entra la fortuna? Anche sabato sembrava aver perso la pole, e poi... «Non so cosa sia la fortuna. Piuttosto si potrebbe parlare di sfortuna, sabato sullo sporco, ieri ai box. Al limite ne ho avuta un pò quando ha rotto il motore Montoya». In quel momento il colombiano ha continuato ad andare avanti: «Non ha fatto un lavoro giusto, si doveva fermare prima con un motore che perdeva olio. Ma forse era triste. Io stavo superando Raikkonen e la manovra di Montoya mi ha un pò preoccupato». Lo stesso Montoya che si era lamentato perchè lui aveva rallentato quando la Safety Car stava uscendo e al quale il tedesco replica: «Non me ne sono accorto». Cosa sente dopo questa vittoria. «Ora mi sento davvero vincitore, una sensazione completamente diversa da un anno fa». Peccato che Barrichello non sia arrivato secondo: «Sì, soprattutto perchè è il mio compagno ed è un amico e poi perchè così avrei raggiunto Raikkonen al primo posto del mondiale». Però ci sono tre vittorie di fila: «È buono per noi, interessante per il mondiale. Ma ieri è stato davvero eccitante, sia perchè a questa gara ci tenevo, sia per quello che è accaduto al pit stop. Ma non sono sorpreso, perchè la macchina è fantastica». Anche se quando dopo la sosta è rientrato terzo ha pensato male: «Sì, è vero, ho cominciato a credere che mi sarei dovuto accontentare. Montoya e Raikkonen erano davvero consistenti, veloci. Ma ho potuto sfruttare al meglio le gomme e quando sono arrivato sotto a Raikkonen ho potuto attaccarlo e passarlo. È stata dura, una battaglia speciale. E ho avuto paura anche quando Alonso ha rotto il motore, perdendo olio. Per certi versi era una situazione comica. C'erano le bandiere gialle e tutti abbiamo rallentato. Ho pensato che anche lui stesse ubbidendo al segnale. E invece stava rompendo. Sono andato lungo, per fortuna che c'era una via di fuga e sono riuscito a rientrare in pista».