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GIRO D'ITALIA: LA CAROVANA SI SPOSTA A MADDALONI. OGGI GIORNO DI RIPOSO

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Lo stop previsto per il trasferimento aereo dalla Sicilia al continente viene a puntino per permettere a «Re Leone» di far ordine tra i suoi pensieri e di riannodare le fila di un discorso, quello tra lui e il successo, che si è interrotto da tempo. Anche ieri il campione del mondo era il più atteso e acclamato, sulla strada che da Messina porta a Catania. E per una volta la squadra ha lavorato bene, chiudendo al momento giusto la fuga del giorno (protagonisti per 84 chilometri lo spagnolo Gutierrez Cataluna e il colombiano Fredy Gonzalez, partiti al Gpm e ripresi a meno 13 dalla conclusione) e attivando con tempestività il treno. Su cui però è salito pure Alessandro Petacchi: infilatosi tra Cipollini e il suo apripista Lombardi, la maglia rosa ha dato in un primo momento l'impressione di sbagliare tutto, essendo partita forse troppo presto e avendo così prestato il fianco alla rimonta in progressione di SuperMario. E infatti, se avessimo chiuso gli occhi a dieci metri dal traguardo, avremmo scommesso milioni su un esito che a quel punto pareva ovvio: Cipollini primo davanti a Petacchi. Invece quest'ultimo, vistosi superato, è riuscito a tirare fuori non sa nemmeno lui da dove la forza per esplodere un colpo di reni memorabile, che lo ha rispinto avanti regalandogli, per la pochezza di un paio di centimetri di vantaggio, la sua seconda tappa in questo Giro d'Italia; e, giusto per non accontentarsi, i 20" di abbuono che rafforzano ulteriormente anche il suo primato in classifica. Cipollini, che avevamo lasciato con la vittoria in tasca e che tre secondi dopo ritroviamo beffato in maniera sin troppo atroce, continua a far buon viso a cattivo gioco, e a dire che è contento per Petacchi. Ciò non toglie che sia contemporaneamente scontentissimo per sé e per quanto il destino, in altri tempi benevolo, gli sta riservando in questo 2003: l'ultimo scherzo è avergli fatto trovare ieri, a pochi metri dalla linea d'arrivo, una buca, su cui la bici dell'iridato ha fatto un mezzo saltello che probabilmente ha rallentato Mario di quel tanto che è bastato per farlo perdere. Non solo il calcio è questione di centimetri (come diceva Dino Viola), ma anche il ciclismo. Oggi, come detto, si riposa; domani si risale in sella per affrontare la sesta tappa (Maddaloni-Avezzano, 222 chilometri per velocisti), e per scoprire se finalmente Cipollini saprà tornare quello di un tempo.

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